Veneto Lavoro. Nuove misure sugli effetti occupazionali del Decreto Dignità

Giovedì, 02 agosto 2018

L’Osservatorio sul mercato del lavoro di Veneto Lavoro ha pubblicato nel numero 80 di Misure un ulteriore approfondimento sui possibili effetti delle norme del c.d. Decreto Dignità sui contratti di lavoro a tempo determinato. In questo caso l’indagine si è focalizzata sui contratti a tempo determinato o in somministrazione che nel 2017 hanno superato di 24 mesi di “accoppiata ” (lavoratore-impresa oppure lavoratore-agenzia) che il decreto invece pone come limite massimo non valicabile.
Delle circa 617.000 “coppie distinte” legate con queste tipologie contrattuali quelle che hanno superato i 24 mesi sono dunque poco più di 63.000 (circa il 10% del totale), quasi equamente divise tra coppie che hanno superato anche i 36 mesi e coppie che si collocano tra i 24 e i 36 mesi.
Togliendo i casi non interessati dal decreto (lavoratori stagionali, agricoltura e Pubblica Amministrazione) il numero di riduce a circa 29.000.
Analizzando queste 29.000 “coppie”  ne esce che in un buon numero si sono trasformate in contratto a tempo indeterminato (uno su tre nei contratti a termine, uno su quattro nei somministrati più un altro 16% che è stato assunto direttamente dall’azienda, in genere quella utilizzatrice).
Sempre uno su tre sono i rapporti nei quali i lavoratore ha cambiato azienda o ha lasciato il lavoro.
“In definitiva – commentano i ricercatori di Veneto Lavoro - il nuovo Decreto, qualora già vigente nel 2017, avrebbe imposto modifiche di percorso  in altre parole avrebbe bloccato la prosecuzione – a circa un terzo dei casi di superamento dei 24 mesi (4.490 casi su 14.168) con catene di rapporti di lavoro a tempo determinato. Ciò corrisponde a poco meno dell’1% del totale delle coppie lavoratore-impresa.”