Treviso. I chimici in assemblea per il contratto nazionale

Mercoledì, 03 ottobre 2018

Al via nel trevigiano le assemblee sindacali tra i lavoratori del settore chimico e farmaceutico per discutere dell’accordo per il rinnovo del contratto nazionale.
La scadenza dell’attuale contratto è prevista per il prossimo dicembre, ma le organizzazioni sindacali di settore hanno raggiunto, già dallo scorso luglio, un accordo con Federchimica e Farmindustria per il rinnovo del contratto nazionale del triennio 2019-2021.
Al centro dell’accordo, che nella Marca interessa oltre 1.500 addetti del settore, i temi della responsabilità sociale, della formazione, della produttività, della buona occupazione e della flessibilità, ma soprattutto il ricambio generazionale e la formazione continua dei lavoratori.
“Nei prossimi giorni – ha annunciato Gianni Boato, segretario Femca Cisl Belluno Treviso - saremo in tutte le aziende del settore per spiegare un accordo che va nella direzione giusta, prevedendo aumenti salariali, il potenziamento del welfare aziendale e del Fondo Tris, un fondo bilaterale che riguarda il settore chimico e introduce per i propri iscritti misure volte a favorire il ricambio generazionale della forza-lavoro,  come, ad esempio, l'erogazione di un assegno per la pensione anticipata”.
E proprio il ricambio generazionale è una questione molto sentita nelle aziende chimico-famaceutiche.
“Il problema – ha evidenziato Boato - è che le aziende oggi sono chiamate a definire gli strumenti per affrontare con efficacia una situazione complessa, determinata in parte dagli effetti della legge Fornero e dal relativo aumento dell’età pensionabile, dall’altro dall’invecchiamento della forza-lavoro che fatica sia ad adattarsi alla veloce innovazione tecnologica, che a portare a termine fisicamente il percorso lavorativo su mansioni dirette e spesso usuranti”.
Il nuovo contratto prevede, infatti, programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale, oltre alla possibilità di andare in pensione cinque anni prima (utilizzando ammortizzatori sociali e tre anni pagati dall’azienda), favorendo così l’innovazione digitale nelle imprese grazie all’ingresso di lavoratori giovani e specializzati, alla formazione continua dei lavoratori senior e al ricambio della forza-lavoro.