Agroalimentare. 300 assemblee in Veneto sul rinnovo contrattuale

Mercoledì, 20 marzo 2019

Sono 47.000 i dipendenti delle aziende industriali del settore alimentare del Veneto. Molti quelli con contratto stagionale, soprattutto nei comparti dolciario, avicolo e viti. Altri 10.000 svolgono la stessa attività per le aziende cooperative di trasformazione alimentare. Il loro lavoro viene regolato da due distinti contratti nazionali, eguali però nei contenuti.
A questi lavoratori, già a partire dai prossimi giorni, i sindacati di settore, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila, presenteranno, con un calendario di 300 assemblee sui posti di lavoro, le piattaforme per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Se approvate dalla maggioranza dei partecipanti, le proposte elaborate dai sindacati diventeranno le richieste ufficiali che saranno presentate contemporaneamente alle controparti: per l’industria le 15 organizzazioni imprenditoriali che vanno dall’AIDEPI, l’associazione dei dolciari e pastai alla Unionzucchero (una parte delle quali aderenti a Federalimentare di Confindustria) mentre per la cooperazione le rappresentanze di settore delle tre centrali.
Due le richieste che connotano una svolta sostanziale nelle relazioni industriali nel settore che, sostanzialmente, non ha conosciuto la recessione e continua ad allargare la sua base occupazionale: la prima è “l'avvio di percorsi sperimentali volti a introdurre forme di partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche delle imprese”, la seconda di “affermare pari diritti e tutele per tutti le lavoratrici e i lavoratori che svolgono la loro attività all'interno del perimetro aziendale”.
Sempre con l’obiettivo di ricomporre il lavoro svolto in quella che viene definita “comunità di sito”, le richieste di tutele adeguate in caso di cambio d'appalto, per l'ampliamento del diritto di precedenza nelle assunzioni e di accordi che favoriscano il ricambio generazionale.
Sotto il profilo normativo, la piattaforma prevede aumenti salariali medi di 205 euro in 4 anni, 16 ore di permesso per l’assistenza ai figli, 8 ore dedicate alla formazione professionale, il diritto alla disconnessione per chi lavora in smart working e telelavoro e una giornata all’anno dedicata alla sicurezza sul lavoro.