Safilo: fumata nera al MiSE

Giovedì, 16 gennaio 2020

“L’incontro al Mise con i rappresentanti del Gruppo Safilo è servito, purtroppo, solo ad avere la conferma del Gruppo circa i 700 esuberi, già annunciati nel mese scorso”.
Non lascia margini di dubbio il comunicato emesso dai rappresentanti sindacali al termine dell’appuntamento romano nel quale, peraltro, ha spiccato l’assenza dell’amministratore delegato Angelo Trocchia, anche perché, sottolineano, “in momenti delicati e complessi come questi è necessario un coinvolgimento della società ai massimi livelli”.
Le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil ribadiscono però la volontà di proseguire il tavolo di confronto con l’azienda e di prendere tempo per evitare decisioni affrettate e sbagliate. “Nel corso dell’incontro – proseguono – abbiamo apprezzato le dichiarazioni del ministro Patuanelli, che ha annunciato l’avvio di un confronto a livello nazionale della vertenza, oggi invece circoscritta al Friuli Venezia Giulia, regione che più delle altre pagherà il prezzo degli esuberi". Patuanelli, inoltre, ha preteso la verifica punto per punto del Piano industriale, impegnando lo stesso Mise.
“Il piano industriale di Safilo – sottolineano i sindacati – rappresenta lacune sulla sostenibilità industriale dell’intero sistema e impone l’approfondimento dei termini della gestione e dei piani di sviluppo anche in forme differenziate nei diversi siti produttivi”.  In sostanza, per i rappresentanti dei lavoratori si tratta più che altro di una gestione dei numeri finalizzata alla razionalizzazione dei posti di lavoro, ma non tiene conto della prospettiva industriale degli stessi siti industriali.
La denuncia è secca: “In Safilo manca una vera strategia, che non ha protetto l’azienda da un lento depauperamento. Per evitare ricadute sociali devastanti sui territori intendiamo mettere in campo azioni sinergiche anche con le istituzioni dei territori interessati, oggi presenti all’incontro, e ci appelliamo al buon senso dell’azienda per limitare al massimo i disagi per i lavoratori, che in questi anni hanno contribuito al lustro e al successo del marchio”.