Profughi. Cisl Veneto, giovedì la conferenza on line “La rotta dei Balcani: l’inverno della solidarietà”

Lunedì, 22 febbraio 2021

La “Rotta dei Balcani” è il passaggio obbligato che i migranti provenienti da Grecia e Turchia devono affrontare per accedere all’Europa settentrionale e occidentale. Molti di loro tuttavia vengono bloccati ai confini. È quello che è successo ad oltre un migliaio di persone, respinte da Croazia, Slovenia e dalla nostra Italia e ospitate nel campo profughi di Lipa, in Bosnia Erzegovina, distrutto da un incendio lo scorso 23 dicembre: da allora i profughi sono costretti a vivere in condizioni di assoluta precarietà, al gelo e senza cibo.

A fine gennaio scorso, una delegazione della Cisl Veneto è partita da Schio alla volta di Lipa per portare viveri, medicinali e vestiario ai profughi bloccati alla frontiera.

Le testimonianze e le riflessioni frutto di quel viaggio saranno illustrate giovedì prossimo, 25 febbraio, alle 17,30, nel corso della conferenza organizzata da Cisl Veneto “La rotta dei Balcani: l’inverno della solidarietà”, in diretta sul canale Youtube del sindacato.

Interverranno il Segretario Generale Cisl Veneto, Gianfranco Refosco; Emanuele Pederzolli, Cisl Vicenza, che della delegazione faceva parte; Vincenzo Russo, ISCOS (Istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo); Alessandra Moretti, Parlamento Europeo, e Ricardo e Valentina di “No Name Kitchen”, un’associazione no-profit costituita da volontari provenienti da vari Paesi che svolgono la loro attività nelle città di Šid (Serbia) e Velika Kladuša (Bosnia), rispettivamente a 5 e 2 chilometri dal confine croato.

“Quello che sta accadendo al confine tra Bosnia e Croazia non è accettabile – ha commentato Refosco - migliaia di profughi abbandonati a sé stessi, che rischiano di morire di fame e di freddo ai confini dell’Unione Europea, nell’indifferenza delle istituzioni nazionali e internazionali. Serve sviluppare un’iniziativa politica perché l’Unione si prenda carico di queste persone che cercano un approdo dopo aver vissuto situazioni di disperazione – ha aggiunto - Serve contemporaneamente dimostrare solidarietà e umanità portando sostegno concreto, senza voltarsi dall’altra parte. La sorte di queste persone ci riguarda, da vicino, e ci interroga sul nostro grado di civiltà”.