PNRR. Sindacati pensionati Veneto: “In arrivo 316 milioni di euro per potenziare l’assistenza territoriale”
Il Veneto, grazie ai fondi del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), potrà usufruire di circa 316 milioni di euro da destinare ai servizi territoriali sociali e sanitari.
In particolare, con la "Missione 5 - Inclusione e coesione" arriveranno 90 milioni da suddividere tra progetti vari, alcuni dei quali riguardanti l’autonomia delle persone anziane non autosufficienti (24 milioni e 600mila euro), il rafforzamento dei servizi sociali domiciliari per prevenire l’ospedalizzazione (5 milioni e 280mila euro) e percorsi di autonomia per le persone con disabilità (circa 25 milioni e 500mila euro circa). Nella "Missione 6 - Salute" rientrano, invece, circa 226 milioni riservati alla sanità territoriale: 135 milioni e 400mila euro per le case di comunità e la presa in carico delle persone, 16 milioni di euro per le cure a domicilio e la telemedicina e 73 milioni e 855mila euro circa per il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia.
Cifre importanti per i sindacati dei pensionati veneti, secondo i quali potrebbero comportare una svolta e, pertanto, chiedono alla Regione un maggior coinvolgimento nella programmazione e realizzazione dei progetti.
“I nostri sindacati rappresentano per lo più la popolazione anziana, quella più fragile e la prima ‘vittima’ della pandemia, siamo 1,2 milioni di persone - dichiarano le Segretarie generali di Fnp Cisl, Spi Cgil e Uilp Uil Veneto Tina Cupani, Elena Di Gregorio e Debora Rocco - Da sempre, ma ancor più con l’avvento del Covid, rimarchiamo le tante criticità dei servizi socio-sanitari nel territorio, invitando la Regione ad ascoltarci e ad aprire un tavolo di confronto su queste tematiche. Il PNRR – sottolineano – ci offre la prima vera occasione per ridisegnare una volta per tutte l’assistenza territoriale, sanitaria e sociale, mettendo al centro la persona. Quella che abbiamo davanti – concludono le segretarie regionali di Fnp Cisl, Spi Cgil e Uilp Uil - è una sfida da cogliere, perché attraverso la nostra azione nel territorio possiamo aiutare a costruire e innovare solide reti per una sanità e un welfare migliori”.
