A Roma il seminario di presentazione del Rapporto Cisl 2025 sulla contrattazione sociale
Si è tenuto oggi, presso l’auditorium Via Rieti a Roma, il seminario “Rapporto 2025. Contrattare e partecipare. Il coraggio della contrattazione sociale” promosso da Cisl nazionale, a cui ha partecipato in rappresentanza di Cisl Veneto la segretaria regionale Stefania Botton.

È stata l’occasione per presentare il Rapporto Cisl 2025 sulla contrattazione sociale territoriale: un documento che analizza i dati del triennio 2022-2024, raccolti dall’Osservatorio Cisl, in merito agli accordi e le intese tra le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali per la tutela e il benessere delle comunità, con l’obiettivo di rilevare gli elementi distintivi della contrattazione sociale di prossimità nel nostro Paese e di individuarne le principali linee di trasformazione.
«La contrattazione sociale è leva di sostenibilità, motore sussidiario che connette i molteplici interessi territoriali a una strategia complessiva di bene comune e di sviluppo ‒ ha spiegato la segretaria generale nazionale di Cisl Daniela Fumarola, a cui sono state affidate le conclusioni dell’evento ‒. Rappresenta una dimensione decisiva di partecipazione, entro cui lavoratori e pensionati, insieme, contribuiscono alla modernizzazione del Paese».
Il Rapporto, articolato in cinque capitoli, facilita la comprensione degli aspetti qualificanti della contrattazione sociale che la rendono distintiva e strategica all’interno dell’azione di rappresentanza sociale di Cisl.
I dati analizzati fotografano un sistema della contrattazione sociale di prossimità in trasformazione, che risulta meno esteso in termini quantitativi rispetto al passato (599 documenti tra accordi, intese e verbali nel 2024, contro una media annua di 900 tra il 2015 e il 2019), ma più articolato e diffuso sul piano territoriale (coinvolti in media 740 Comuni ogni anno e 13,4 milioni di persone interessate dagli accordi nel triennio analizzato). Guardando alla distribuzione territoriale, il Veneto risulta tra le regioni che registrano una significativa crescita di tali accordi, confermando come vi sia un radicamento sempre più diffuso della pratica concertativa.
Nel Rapporto si rileva che tali documenti comprendono in media dieci azioni di politica pubblica che vedono al centro temi quali il welfare sociale (anziani, famiglia, disabilità, istruzione), il fisco e la coesione territoriale.
Tra i principali risultati emersi vi è dunque il fatto che la contrattazione sociale di prossimità in Italia mostra segni di maturità e innovazione: si diversifica territorialmente, amplia i contenuti, risponde a bisogni emergenti (non autosufficienza, conciliazione vita-lavoro, violenza di genere, integrazione sociosanitaria). Al contempo, persiste la sfida di consolidare il dialogo sociale in un’ottica di lungo periodo, rafforzando la coerenza e la sostenibilità delle agende locali.
Per ulteriori approfondimenti, è possibile consultare il Rapporto integrale e la sua breve sintesi .