Marghera e il suo futuro. La ricetta di Simal Magatte

Martedì, 02 aprile 2019

Marghera ha davanti a sè due strade. La prima è quella di diventare un esempio positivo di convivenza tra diversi, giovani immigrati e anziani veneziani; la seconda di assomigliare sempre più ad una balieu carica di tensioni sociali. Sono queste le ipotesi che Simal Magatte propone nella sua ultima fatica "Marghera, da città industriale a città di immigrati", pubblicato per Mazzanti Libri e presentato in occasione dell'ultimo Consiglio Generale della Fim Cisl di Venezia dedicato al tema dell'immigrazione. Magatte, studioso di storia e sociologia di nazionalità senegalese e residente da vent'anni in Italia (gli ultimi proprio a Marghera), espone con cura dati economici e demografici che raccontano l'evoluzione di questa parte della terraferma veneziana, dalla sua nascita come cittadella abitata dagli operai della zona industriale a quartiere lasciato dai vecchi abitanti e affittato agli immigrati. La proposta che avanza è quella di un ponte tra i vecchi lavoratori oggi in pensione e le nuove generazioni di stranieri, una sperimentazione avanzata di nuova società civile e lavorativa come lo fu cento anni fa. Magatte è ottimista: ci sono i presupposti per vincere questa sfida.
Un libro di 146 pagine, con la prefazione di Gianfranco Bettin, che riguarda direttamente anche l'azione del sindacato e la sua capacità di unificare il mondo del lavoro.