Imprese di pulizia. Rinnovo contratto di lavoro, domani presidi in tutto il Veneto
Sono circa 30mila, in Veneto, i lavoratori di imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi in attesa, da sette anni, del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Sono lavoratori che si occupano di servizi di pulizie in ospedali, case di riposo, scuole e uffici pubblici e che domani, mercoledì 21 ottobre, si mobiliteranno per manifestare contro Confindustria, Legacoop, Confcooperative, Agci e Confapi e chiedere il rinnovo del contratto.
“Da marzo 2020 i lavoratori del settore - dichiara Maurizia Rizzo, Segretaria Generale della Fisascat Cisl regionale - sono diventati indispensabili per il contrasto alla diffusione del Covid-19 e molte attività lavorative hanno visto l’aumento di carichi di lavoro con orari e turni massacranti, spesso senza la protezione necessaria dei DPI di sicurezza, soprattutto nei luoghi più a rischio contagio. Hanno rischiato la loro vita e hanno avuto tanta paura di far rischiare la vita anche ai propri cari. Questi lavoratori - ha ribadito Rizzo – sono stanchi di essere ricordati solo quando fa comodo, non hanno bisogno di titoli, nè di essere chiamati ‘eroi’, ma di essere valorizzati e riconosciuti attraverso il rinnovo contrattuale nazionale”.
Diverse le iniziative organizzate nei capoluoghi di provincia del Veneto. A Belluno e a Rovigo sono previsti presidi davanti all’ospedale, mentre a Padova si terranno un incontro con il Prefetto la mattina e un’assemblea unitaria all’Azienda Ospedaliera nel pomeriggio. Presidi anche davanti alle Prefetture a Verona e Treviso, dove ne è previsto un altro alle 14:00 davanti all’ospedale Ca’ Foncello. A Venezia l’appuntamento è davanti alla Prefettura e alla Legacoop di Marghera, mentre a Vicenza sarà davanti alla sede locale di Confindustria. Nel pomeriggio, invece, tutte le strutture territoriali saranno collegate con il presidio nazionale a Roma, in Piazza Barberini.
Oltre al mancato rinnovo contrattuale, i lavoratori dei multiservizi protestano anche contro gli appalti al massimo ribasso, il dumping contrattuale e la mancata formazione.