COVID-19 sul lavoro. In Veneto altre 825 denunce negli ultimi 30 giorni

Mercoledì, 25 novembre 2020

Inail ha pubblicato la scheda regionale con la mappa, aggiornata al 30 ottobre, degli infortuni COVID-19 sul lavoro in Veneto. Si tratta dei casi di infezione che, si presume, siano stati contratti nell’ambiente lavorativo. Va sottolineato che la denuncia non corrispondente automaticamente al riconoscimento da parte dell’Inail ma, fino ad oggi, l’Istituto non ha pubblicato altre informazioni al proposito.
In Veneto, al 30 ottobre, 5.443 denunce, 825 in più rispetto al 30 settembre scorso.
I casi mortali fermi a 10.
In Veneto le denunce a fine ottobre sono 8,1% del totale nazionale (66.781 eventi denunciati), una quota percentuale in leggero calo rispetto al 30 settembre (8,5%).
I casi con esito mortale sono fermi da giugno: 10, pari al 3% del totale nazionale (332).
Sempre in Veneto, rispetto al mese di settembre, si sono registrate 825 denunce in più, di cui 716 avvenute a ottobre mentre le rimanenti sono relative ai mesi precedenti.
In termini di valore assoluto, la provincia che registra il maggior numero di nuove denunce è Verona (+ 220 casi), ma se le denunce vengono proporzionate all’occupazione reale il vero boom di intensità si registra a Belluno (+112 ) e a Venezia (+ 170), territori dove il Covid-19 si è fatto strada nella popolazione e nelle strutture socio-sanitarie.
Non significative le variazioni (per come vengono presentate da INAIL) relative alle caratteristiche dei lavoratori che hanno presentato le denunce.
Le più colpite rimangono le donne (anche se in leggero calo: dal 72 ai 71 % dei casi).
L’ambito lavorativo più colpito rimane quello delle strutture e dei servizi socio-sanitari da cui proviene circa 80% delle denunce. Modesta la quantità dei casi nel manifatturiero: il 4,4% nel periodo da marzo a ottobre, in gran parte concentrati nella macellazione. Il rimanente 15,6% proviene da tutti gli altri comparti del lavoro: Stato (2,1), agricoltura (0,2), ristorazione (2) e altri.