Marcon (Cislscuola): no alla busta paga in fotocopia per tre anni

Lunedì, 14 giugno 2010
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Domani a Roma la Cisl Scuola manifesta la sua contrarietà alla manovra correttiva di Tremonti. La delegazione dal Veneto sarà composta da cinquanta lavoratori. Sulle motivazione che supportano questa iniziativa abbiamo intervistato Nereo Marcon segretario regionale della Federazione.

Nel grande taglio di 25 miliardi di euro predisposto dal Ministro Tremonti per far quadrare i conti pubblici ci vanno di mezzo anche i lavoratori della scuola. In che modo?

Il Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri interviene pesantemente sulle retribuzioni dei lavoratori della scuola sia bloccando gli scatti di anzianità per tre anni (2011-2014) che il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.

Dunque mette le mani sulle tasche di circa un milione di lavoratori tra insegnanti, impiegati e bidelli?
E non su cose di poco conto. Vorrei ad esempio chiarire cosa significa bloccare gli scatti di anzianità nel nostro settore. Lo scatto mediamente vale dai 100 (per il primo, dopo tre anni di lavoro) ai 200 euro lordi al mese. Mettiamo il caso di un lavoratore della scuola che matura lo scatto a metà del triennio nel quale è prevista la sospensione e capiamo subito cosa ci rimette. Ma la cosa non finisce qui, nel senso letterale. Nel decreto non si dice se alla fine dei tre anni ad esempio saranno pagati gli arretrati oppure quel che è stato sospeso è perso per sempre, non è nemmeno chiaro se a gennaio 2014 si riprende mettendo i calendari delle anzianità al punto di partenza o cos'altro.

Nella scuola hanno ancora senso gli scatti di anzianità?
Hanno senso in quanto rappresentano un riconoscimento economico dell'anzianità di lavoro ma andrebbero slegati dall'automatismo temporale per essere invece collegati ad una verifica e valutazione della professionalità. Noi in Veneto lo sosteniamo da tempo.

C'è poi il blocco della contrattazione nazionale...
Che è attualmente l'unica vera contrattazione salariale della scuola. Quella decentrata può muovere al massimo 150-200 euro di retribuzione all'anno. Se mettiamo insieme il blocco degli scatti con il blocco del rinnovo del contratto nazionale, tra l'altro già scaduto, ne esce un fatto molto semplice: per tre anni la busta paga dei lavoratori della scuola sarà identica a quella di dicembre 2010 (escludendo la 13^ naturalmente). Si potranno farne le fotocopie.

Voi chiedete anche l'assunzione in ruolo di almeno 20 mila precari: è una deroga alla malariforma Gelmini?
Tutt'altro. I tagli al personale della scuola previsti dalla Gelmini proseguono con le conseguenze che abbiamo denunciato più volte anche in Veneto, ma qui si tratta di rimpiazzare almeno una parte di coloro che sono andati in pensione, quindi una ulteriore riduzione degli occupati rispetto a quanto già previsto dai tagli. Non è accettabile che si vada ad una ulteriore ampliamento del precariato nella scuola che si troverebbe alla fine a dover operare con più alunni, meno personale, meno risorse per la didattica e più precari.

A Roma per pura protesta?
Non è nella nostra prassi. Chiediamo una correzione della manovra correttiva che renda più equa la ripartizione dei sacrifici. Non si capisce questo tiro al bersaglio nei confronti della scuola. La si colpisce quando si spara nel mucchio ma poi la si mette al centro del mirino per tiri diretti.

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