Intervista a Gianpaolo Trevisi

Venerdì, 09 ottobre 2009
gianpaolo-trevisi

Gianpaolo Trevisi, Dirigente Capo della Squadra Mobile di Verona, delegato del Siulp, il principale sindacato dei lavoratori della polizia, è anche scrittore. E' autore infatti di Fogli di via. Racconti di un Vice Questore pubblicato dalla EMI, un libro di racconti che mescolano fatti reali e immaginazione di un poliziotto, l'autore, alle prese con gli immigrati  a Verona, la città dove svolge il suo servizio.
Gianpaolo Trevisi è dunque anche un autorevole testimone in materia di immigrazione e di sicurezza. Per questo, in occasione della manifestazione nazionale del 10 ottobre organizzata dalla Cisl e dal Siulp a Roma su questi temi, gli abbiamo posto alcune domande in una breve intervista che ci ha, con grande gentilezza e disponibilità concesso.

Dott. Trevisi, per la sua personale esperienza di poliziotto, è proprio vero che il tema sicurezza è strettamente e primariamente legato alla questione immigrazione? In altre parole: vengono dagli immigrati i principali problemi della sicurezza dei cittadini?

Guardi la prima distinzione da fare è tra gli immigrati regolari ed irregolari, senza che su tutti gli stranieri in genere venga puntato il dito per ogni tipo di problema!
Trovare stranieri regolari che delinquono è molto difficile e attaccati al loro prezioso pezzo di carta e a tutto ciò che lo stesso permesso di soggiorno gli consente si comportano nel migliore dei modi e non creano problemi di alcun tipo.
Tra gli irregolari si possono trovare, invece, soggetti che delinquono, ma anche in questo caso credo sia opportuno evidenziare che il "clandestino" non è necessariamente un delinquente o un soggetto pericoloso. Non a caso tra i temibili "clandestini" ci sono o c'erano anche le numerose persone che proprio ultimamente hanno goduto dell'ennesima "regolarizzazione". Persone senza le quali i nostri figli e i nostri anziani sarebbero più tristi e soli, per non parlare poi delle nostre case e dei campi, delle fabbriche o delle cave!

In Fogli di via lei scrive non genericamente di "extracomunitari" ma di persone che hanno una loro identità, nome, storia di individui. Questo modo di vedere gli immigrati ha dato anche buoni frutti al suo lavoro di poliziotto?

Credo e spero di sì e i numerosi riscontri che ho sempre avuto dal mondo esterno e che continuo ad avere ne sono la prova e sono riscontri che provengono dalle organizzazioni sindacali, da associazioni di volontari cattoliche e non, da comunità di stranieri, da studi da avvocati; soprattutto, ed è questa la cosa più bella, dalle singole persone, da chi cioè, e questo non bisogna mai dimenticarlo, non è un numero o un fascicolo, ma un essere umano con un nome, un cognome, un luogo e una data di nascita e soprattutto una storia. Credo sia più facile farsi crescere una corteccia dentro e anche fuori, sopra la divisa, per lavorare con meno sensibilità, lasciandoci scivolare addosso le gocce di dolore. Cercare però quotidianamente di far coincidere la giustizia con la legge, ricordandosi che tutti meritano rispetto, anche quelli apparentemente molto diversi da noi, anche quelli senza documenti, anche quelli che sbagliano, sia nostro dovere e sia compito di chi, prima ancora di essere poliziotto, si deve ricordare di essere uomo.

Sabato 10 la Cisl ed il suo sindacato, il Siulp,  porterà in piazza a Roma lavoratori immigrati e italiani, pensionati, poliziotti e altri operatori della sicurezza. Quale è il suo giudizio su questa iniziativa?

Credo che ai nostri giorni ci si parli molto addosso e che quasi nessuno abbia più voglia o tempo di ascoltare, sentire e poi, dopo aver riflettuto, decidere. Credo che tutti quelli che scenderanno in piazza sabato hanno ormai da molto tempo ascoltato molte cose dette, ridette, promesse e gridate e ora vogliano farsi ascoltare. Credo che ogni manifestazione che colori una piazza o una via, nel rispetto rigoroso delle leggi e della libertà di tutti, sia acqua fresca per la pianta della nostra Costituzione alla quale qualcuno ogni tanto si avvicina per cercare di strappare foglie ancora vive.

Per saperne di più http://www.gianpaolotrevisi.it, il blog di Gianpaolo Trevisi.

In allegato: Fogli di via, una storia, dal Corriere del Veneto. 23 aprile 2009

immigrati, Siulp