Intervista a Gianfranco Giorgi, segretario Cisl di L’Aquila

Martedì, 14 aprile 2009

Quando riusciamo a metterci al telefono con un po' di calma, Gianfranco, dopo una settimana di vita in tenda, si è da poco fatto una doccia calda. Per farla è andato, con tutta la sua famiglia, nelle Marche, a casa di parenti. La sua abitazione, una casa appena fuori dal centro storico de L'Aquila, in zona Santa Veronica, è stata costruita recentemente e la sua struttura non sembra all'apparenza lesionata. Ma per rientrarvi con la mia famiglia e quella di mio figlio, ci dice Gianfranco, aspettiamo il controllo dei tecnici.

Come è andata la notte del 6 aprile?

Ci è successo quello che è capitato a tutti gli aquilani. Una scossa tremenda che ci sveglia in piena notte; venti secondi è durata, ma sembrava non finisse mai. Siamo usciti di casa correndo, come eravamo, chi in pigiama, chi con la vestaglia. Poi altre scosse ancora, uno dopo l'altra. uno shock tremendo.

La sede della Cisl è in pieno centro storico, in via delle Aquile. Che ne è stato?

Il palazzo antico che ospita la Cisl è in parte crollato mentre la parte dove si trovava la nostra sede benché lesionata è rimasta in piedi, un palazzo a fianco è andato completamente distrutto. Tutto il centro storico è comunque inagibile.

Per riprendere l'attività sindacale noi speriamo di poter contare al più presto su alcuni camper che saranno parcheggiati in vari punti del territorio comunale, magari vicino alle tendopoli.

Sappiamo che Bonanni è stato con te nei giorni scorsi.

La sua visita ci ha rincuorato. Ha partecipato ai funerali e insieme abbiamo visitato l'ospedale da campo. C'è l'impegno a sostenere la ricostruzione.

Veniamo al terremoto. Molti sono rimasti impressionati dal fatto che a crollare siano stati non solo gli edifici più antichi ma anche quelli costruiti di recente, compresi quelli che ospitavano uffici pubblici. I media parlano di costruzioni fatte senza rispettare le norme antisismiche.

Confermo che sono crollati palazzi di nuova costruzione. L'unica spiegazione è che siano stati costruiti usando materiali non adeguati. Il Procuratore della Repubblica ha aperto giustamente un'inchiesta. Faccio presente che sono crollati edifici di recente costruzione non solo nella zona storica ma anche nella periferia della città. Sono d'accordo con il Presidente Napolitano: tante responsabilità hanno concorso a far si che un terremoto si trasformasse in un dramma umano ed in un disastro economico.

Tu hai sempre avuto un grande impegno per migliorare la sanità pubblica locale, avresti mai pensato che l'ospedale sarebbe crollato?

Il San Salvatore è un cantiere aperto e non concluso da oltre 40 anni. Abbiamo sempre sostenuto che andava messo a norma su molte altre cose ma mai avremmo pensato a questo epilogo. In effetti in tanti anni di continui lavori credo che si sarebbe potuto metterlo in sicurezza anche se negli anni 70, quando lo si è progettato e se ne è avviata la costruzione, non c'erano norme obbligatorie antisismiche.

A pochi giorni dall'evento puoi dirci quali sono gli effetti del terremoto sulla economia locale?

Tutti gli uffici pubblici non sono agibili ed i lavoratori che vi erano occupati sono dispersi tra tende e alberghi del litorale tra Pescara e Montesilvano. Altri ancora sono ospiti di parenti in altre città. L'università che conta su 20.000 studenti è bloccata. Molti studenti provenienti da altre città sono rimasti senza casa (alcuni sono morti sotto le macerie). L'università era l'orgoglio della nostra città (la facoltà di ingegneria è una delle più antiche d'Italia, sembra quasi una beffa) ma anche una importante risorsa economica ed occupazionale.

Per quanto riguarda il settore privato l'intero territorio era già percorso da una crisi cominciata circa 8 anni fa con il progressivo declino del settore dell'elettronica dove siamo passati da 5.000 a 300 dipendenti.

Il terremoto ha fatto così ancora più male. La situazione delle piccole aziende private rimaste è difficilissima: la produzione è ferma ed i lavoratori sono dispersi come dicevo prima.

Hai visto la Protezione Civile ed i volontari all'opera. Che ne pensi?

Gente meravigliosa.

La ricostruzione: fare una nuova città o ricostruire l'attuale? Cosa pensano i tuoi concittadini?

Si è parlano di newtown ma gli aquilani vogliono ricostruire la loro città dove era. Servono controlli rapidi sugli edifici rimasti in piedi; se sono agibili ci si può tornare ad abitarvi, superate le comprensibili remore psicologiche. Ma ci sono anche migliaia di persone che la casa l'hanno persa. Quindi bisogna intervenire subito per prepararci all'inverno. Qui fa freddo sul serio e non si può pensare di sopravvivere nelle tende. Bisogna costruire in questi mesi, delle baraccopoli con alloggi coibentati ed attrezzati per accogliere le persone, vecchi e bambini, anche nei mesi freddi.

Tra le vittime del terremoto anche alcuni cittadini di fede islamica. Dunque anche l'Aquila è terra di immigrazione?

Certamente, in provincia ma soprattutto in città vivono circa tremila stranieri che lavorano soprattutto come badanti e, nel caso dei romeni, in edilizia. I sei sono quelli di religione musulmana, gli altri hanno avuto il funerale cristiano.

[ i cittadini stranieri morti nel terremoto sono in totale 16. Oltre ai 6 di fede islamica hanno perso la vita sotto le macerie altri dieci cittadini stranieri, soprattutto romeni e macedoni, comprese alcune badanti. Una triste conferma statistica: gli immigrati sono il 5,5% della popolazione residente nella provincia de L'Aquila, la stessa percentuale dei morti nel terremoto ]

Gianfranco Giorgi è originario de l'Aquila, dove è nato nel 1945. E' un tecnico laboratorio dell'Ospedale San Salvatore, la principale azienda della città. Dal 1975 è nel sindacato Cisl prima come delegato, poi come operatore della Fisos (la federazione della Sanità) di cui è diventato anche segretario generale. Dal 2004  è dirigente della Unione Territoriale.

Lunedì 13 aprile 2009

terremoto abruzzo