L’Otto Marzo con Tina Anselmi

Mercoledì, 07 marzo 2018

1944: Tina Anselmi, figlia di un farmacista antifascista, è già vicina alle operaie della Castellana, donne che, in molti casi,avevano sostituito nel lavoro i mariti partiti per la guerra. Ha 17 anni. L’anno successivo, diciottenne, è già nel sindacato dei lavoratori tessili della FIOT (Federazione Italiana Operai Tessili). Per lei, l’impegno sindacale è il naturale proseguimento della militanza tra i partigiani nella guerra di Resistenza.

Da sindacalista Tina continua a girare in bicicletta di fabbrica in fabbrica, parla, incontra, organizza le operaie tessili, in particolare le filandine “maltrattate e malpagate”. Tratta con gli industriali ed organizza scioperi, occupazioni di fabbrica e manifestazioni. Viene anche arrestata per aver turbato l’ordine pubblico.

Questa giovanissima ragazza veneta sta già intrecciando i primi, robusti, fili della passione che la porterà ad essere nel 1976, dopo 885 ministri uomini, la prima donna nominata ministro della Repubblica. Le viene affidato il non facile Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. Successivamente sarà a capo anche del dicastero della Sanità. Sarà poi proposta come possibile candidata a Presidenza della Repubblica, la massima carica dello Stato a cui, finora, nessuna donna ha avuto accesso.

Come ministro del lavoro propose e sostenne leggi che cambiarono la storia delle donne nel nostro Paese. La più importante, e che porta il suo nome, è la Legge 903 del 1977, intitolata “Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro” che mise in soffitta, finalmente, le norme fasciste del 1924 che sancivano la discriminazione tra i sessi. È sua anche la firma in calce alla prima legge per l’occupazione giovanile. 

Dedicare a Tina Anselmi questo Otto Marzo per la Cisl veneta è molto di più che ricordarne la memoria. 

L’emancipazione, ancora non totalmente compiuta, delle donne nel nostro Paese (italiane e non italiane, se pensiamo agli oltre 2 milioni e mezzo di donne straniere che vivono e lavorano oggi in Italia) passa infatti anche per le battaglie di questa veneta appassionata alla democrazia, alla tutela dei più deboli e alla libertà.