Scuole sicure, anche in Veneto

Mercoledì, 26 novembre 2008

Ciò che è successo a Rivoli merita una speciale attenzione da parte nostra, proprio come organizzazione sindacale.
Innanzitutto perché tutte le informazioni che abbiamo ci dicono che la sicurezza degli edifici scolastici, oltre 3.000 nel solo Veneto, non una condizione da dare per scontata. Al contrario è un obiettivo ancora da raggiungere in molte situazioni.
Non a caso il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, ha parlato di emergenza nazionale, una constatazione confermata dal Ministro Gelmini.
Insomma: tragici fatti come quelli di Rivoli possono ancora accadere.
Ma per noi è inammissibile il solo fatto che, anche solo una parte, anche minima (ma questo non so sappiamo) di alunni e personale della scuola quando entra in un edificio scolastico metta in pericolo la propria incolumità.
Per questo chiediamo senza mezzi termini che nessuno dei 500 mila alunni e dei più di 80 mila lavoratori della scuola del Veneto possa sentirsi insicuro.
Non vogliamo fare dell'allarmismo, anzi, il modo più efficace per superare una giustificata apprensione è che si proceda ad una rapida verifica di tutti gli edifici scolastici utilizzati nel territorio veneto.
Province e Comuni devono farlo e rendere pubblici i risultati. Dove c'è pericolo si deve intervenire anche con il contributo della Regione.
Le polemiche sul fatto che i fondi ci sono o che sono stati cancellati o ridotti non ci coinvolgono.
Vogliamo immediati interventi concreti di messa in sicurezza dove c'è urgenza di farlo. Vogliamo anche un piano che nel giro di preciso e circoscritto periodo di tempo (qualche anno!) chiuda positivamente il capitolo "sicurezza nelle scuole".
Non siamo d'accordo sui tagli alle risorse per la scuola, li consideriamo tagli sul futuro del Paese e sui figli di questo Paese.
Tanto meno possiamo accettare che su questo già difficile futuro crolli anche il tetto in testa.

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