Anno Primo della malariforma Gelmini: intervista a Nereo Marcon, Cisl Scuola

Venerdì, 11 settembre 2009
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L'apertura della scuola è normalmente preceduta da polemiche, contestazioni, proclami e via di seguito. Quest'anno però sembra che gli argomenti di discussione non manchino, e alcuni sono specifici del Veneto. Ne parliamo con Nereo Marcon, 49 anni, insegnante elementare dal 1981, precario per 10 anni e da 1999 dirigente a tempo pieno Sindacato Scuola della Cisl.

Cominciamo dal personale della scuola: insegnanti, bidelli e amministrativi: come è la situazione?

Lascio parlare i numeri. Nel Veneto la riforma Gelmini ha tagliato quasi 4000 posti di lavoro nelle scuole del Veneto che sono stati ottenuti con 2700 pensionamenti e 1300 lavoratori che non si vedranno rinnovato il contratto di lavoro per l'anno scolastico 2009/2010.

Abbiamo così scuole che rischiano di non avere chi apre il cancello d'ingresso per mancanza di bidelli, decine di pratiche inevase per la mancanza di impiegati ed infine la riduzione del tempo scuola per mancanza di insegnanti.

Il Consiglio dei Ministri del 9 settembre scorso ha varato un decreto "salva-precari"...

E' un primo passo, di positivo c'è ad esempio il fatto che sarà riconosciuto a questi lavoratori il punteggio pieno, a prescindere da quanto saranno effettivamente chiamati al lavoro, che permetterà loro di mantenere la posizione nelle graduatorie. Noi puntiamo molto comunque su un accordo con la Regione Veneto con cui avevamo aperto una discussione in proposito già prima del decreto governativo.

C'è stata la polemica (Consiglio Provinciale di Vicenza) sui dirigenti: come vanno le cose?

La polemica sui presidi del sud si basa su informazioni incomplete.

Inizialmente gli uffici scolastici delle singole regioni hanno rispettato il numero di aspiranti da ammettere alle prove.

Successivamente molti esclusi hanno presentato ricorso e hanno ottenuto, dai TAR,  l'ammissione. Così i contingenti stabiliti dal bando sono stati incrementati a dismisura.

Questo è successo in tutte le regioni, Veneto compreso.

Si dovrebbero fare ben altre battaglie. Faccio alcuni esempi: gli organici calcolati in base a parametri iniqui, le verifiche sulla legge 104, le verifiche sugli aspiranti riservisti per presunta invalidità ...

Ci deve interessare non la provenienza geografica del dirigente (oltretutto i concorsi sono aperti ai cittadini di tutta l'Unione Europea i cui titoli di studio siano validi anche in Italia) ma le sue qualità professionali. Quello di Vicenza è stato un brutto episodio che non ha sortito nulla di concreto ma ha alimentato atteggiamenti che pensavamo superati da tempo.

Sulle carenze dell'organico quanto influisce la Riforma Gelmini?

Non chiamiamola riforma.

Riformare significa modificare qualcosa che non va, significa innovare, migliorare...

Qui si tratta solo di tagli per ridurre i costi..

Tagli al personale, tagli al tempo scuola, tagli ai laboratori, tagli alla didattica !

E nel caso della scuola elementare, pur di procedere ai tagli si è deciso di distruggere l'ordine di scuola che garantiva all'Italia l'eccellenza a livello mondiale tornando, di fatto, indietro di 30 anni.

E nella didattica nelle scuole dell'obbligo: tempo pieno, tempo prolungato, ecc.

Sulla carta il tempo pieno viene salvaguardato ma concretamente le cose non sono così. Facciamo parlare ancora i numeri.

Le famiglie del Veneto hanno chiesto, per il prossimo anno si attivare un numero considerevole di nuove classi a tempo pieno, oltre 600; ebbene sapete quante ne sono state autorizzate? Neppure il 50 % e questo non assegnando nuove risorse ma a scapito del tempo scuola tagliato in tutte le classi a tempo normale.

Veniamo alla questione delle risorse economiche che dovrebbero sorreggere l'autonomia scolastica...

Andiamo a chiedere ad un preside, quest'anno, con cosa pagherà i supplenti che dovrà nominare. Andiamo anche a vedere quelli che hanno il coraggio di chiamare laboratori di quali attrezzature sono forniti. Leggiamo il bilancio di una qualsiasi scuola e provate a cercare i fondi per incrementare l'offerta formativa

Sicurezza degli edifici scolastici: ci sono novità, risorse disponibili, ecc?

L'unica novità è una lettera del ministero dell'interno, Dipartimento Vigili del Fuoco che afferma che pur essendoci una legge che fissa il numero massimo di alunni nelle aule scolastiche, tale limite può essere superato se vi sono ampie vie di fuga che permettano una rapida evacuazione dell'edifico.

Vorrà dire che prossimamente potremo costruire delle scuole con aule piccole ma con corridoi molto larghi.

Alunni stranieri: che si dice sugli obblighi di denuncia previsti nei confronti di quelli che non hanno il permesso di soggiorno e sono fuori dell'obbligo?

L'attuale normativa non prevede l'obbligo di  segnalazione per gli alunni che frequentano la scuola dell'obbligo.

Per i bambini della scuola dell'infanzia e gli alunni oltre la seconda superiore non vi sono direttive chiare, attendiamo disposizioni ma sarebbe gravissimo che la scuola fosse obbligata a denunciare alle autorità di polizia bambini ed alunni che frequentano asili, medie inferiori e superiori fuori dell'obbligo solo perché privi di permesso di soggiorno.

La Gelmini ha presentato un progetto per migliorare le competenze didattiche degli insegnanti. Che ne pensi?

Quale progetto? In linea con gli altri componenti il governo ha fatto degli annunci.

Vedremo se alle solite chiacchiere seguiranno fatti concreti.

Per ora ci limitiamo a sorridere, perché se per cambiamento la Gelmini intende tirocinio, scuole di specializzazione didattica, numero programmato di docenti, qualcuno dovrebbe informarla che tutte queste cose esistono già dal 1998.

Ora veniamo alle altre questioni. Che ne pensi della proposta di insegnare il dialetto a scuola?

Ho capito: siamo negli argomenti che non hanno costrutto. Dico questo: i cittadini dimostrano molta più intelligenza di certi politici ed in un recente sondaggio hanno  bocciato largamente l'idea. Comunque tre battute sulla questione:

La prima: il dialetto è la lingua materna che si impara dall'età di pochi mesi, perché dovremmo insegnare qualcosa che i bambini sanno già? La seconda: quale dialetto quello del Goldoni o quello del Ruzante? Solo in Veneto esistono decine di idiomi e di diverse inflessioni dialettali. E poi chi lo insegna?

Infine: dialetto per fare cosa? Vorrei vedere i nostri ragazzi andare in un qualsiasi Paese dell'Unione Europea (dove si studiano e si imparano mediamente due lingue straniere) e provare a comunicare in bassanese o in chioggiotto.

Ai ragazzi dobbiamo dare competenze per diventare cittadini del mondo, con il dialetto al massimo possono andare ad ordinare polenta e luganega alla sagra.

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