Recessione Italia: tra previsioni e presunzioni ci va più protezione.

Venerdì, 16 gennaio 2009

Bankitalia nel suo ultimo Bollettino Economico delinea una situazione economica per il 2009 molto più negativa di quello che altri studi propongono: Il Prodotto Interno Lordo del paese, la ricchezza prodotta, subirà un calo del 2% determinato soprattutto dalla caduta della produzione industriale (- 6% negli ultimi mesi del 2008).
Le previsioni di Bankitalia mettono nel conto del 2009 anche una riduzione dell'inflazione (1,1% media annua) a causa della contrazione dei consumi che resteranno fermi ed una forte riduzione delle esportazioni che si contrarrebbero del 5 %.
Per il 2010 invece il barometro dovrebbe tornare a segnare bel tempo grazie ad un contesto economico internazionale nuovamente in crescita.
Il commento del ministro dell'economia Tremonti è stato immediato: le previsioni di Bankitalia sono pure congetture e, in tutti i casi, anche se si avverassero, si tornerebbe alla situazione del 2006, che - ha precisato il ministro- non è il medioevo e ha concluso ricordando che il governo ha fatto il massimo del possibile nel decreto anticrisi dove le risorse stanziate sono notevolissime.
Tutto a posto allora? Le nere previsioni di Bankitalia sono cancellate dalla presunzione del governo di aver già sistemato tutto?

Noi non ne siamo così convinti, se non altro per un fatto: che tra il 2008 ed il 2006 certamente non torniamo indietro di mille anni ma torniamo certamente indietro di centinaia di migliaia di occupati.
In Veneto, ad esempio, i lavoratori dipendenti erano quasi 160 mila in meno di oggi; nella sola industria infatti tra il 2006 ed il 2008 gli occupati sono cresciuti di 56 mila unità e nel terziario di 44 mila.
E' difficile pensare ad una regione Veneto con 160 mila disoccupati in aggiunta ai più di 60 mila che già ora sono alla ricerca di un lavoro ed immaginare gli effetti sconquassanti di un tale balzo indietro.

Insistiamo quindi sulla necessità che governo, regione ed autonomie locali facciano ancora molto di più per combattere la recessione e rafforzare/ allargare la rete delle protezioni anti-crisi. La nostra azione di pressione e contrattazione costante ha permesso di ottenere importanti risultati, come quelli previsti dal Decreto 185 e dall'accordo con la Regione del 10 dicembre scorso.
Ma abbiamo anche detto che tutto ciò non basta, che serve fare di più. Al governo chiediamo ad esempio di rendere immediatamente spendibili i finanziamenti per le opere pubbliche e le infrastrutture sostenendo così una più rapida inversione di tendenza.

Torniamo a dire che in Italia e in Veneto, di fronte alla crisi, nessun soggetto responsabile deve marcare visita e nessun soggetto sociale deve essere abbandonato a se stesso.
Tra previsioni e presunzioni è meglio mettere a punto utili protezioni.
L'essere previdenti non è forse ancora una virtù?

crisi e misure anticrisi, ammortizzatori sociali