Il sindacato nuovo per la nuova manifattura c’è

Martedì, 09 luglio 2013

L’intervento del prof. Gubitta sul Corriere di domenica scorsa (Le macchine e i nuovi operai- una sfida per il sindacato) merita l’attenzione di tutti i soggetti economici ed anche una risposta diretta da parte nostra. Diciamo subito che ci ritroviamo nella questione trattata: c’è bisogno di una “nuova manifattura” che comporta nuove tecnologie, nuove macchine, nuove competenze imprenditoriali e nuove abilità professionali. Aggiungiamo: per il Veneto, la sua economia e la sua occupazione, un nuovo manifatturiero è indispensabile. La crisi in corso non ha fatto altro che rendere più evidente e più urgente questa necessità. Sappiamo infatti che una parte del nostro manifatturiero, pur essendosi sviluppato nei decenni più recenti, figlio della ristrutturazione industriale degli anni ’80 e dei nuovi consumi, è in fase di estinzione e nessun intervento potrà riportarlo ai passati fulgori.

I problemi che dobbiamo affrontare sono quindi due. Il primo: come portare a chiusura (o ad una più modesto posizionamento) vecchie produzioni (e quindi stabilimenti, posti di lavoro, competenze) senza che ciò comporti una definitiva riduzione del tessuto produttivo-industriale, dell’occupazione e delle imprenditorialità connesse. Il secondo: cosa fare per dare spazio, incentivare ed attrarre il nuovo che sia imprenditore, prodotto, lavoro o professionalità. In entrambi i casi adagiarsi sulle vecchie regole, mantenere le vecchie posture, appoggiarsi sui vecchi vincoli non serve, peggio: è deleterio. Così nel governo (a tutti i livelli!) come nelle relazioni industriali e sindacali. I rischio che si corre è duplice:che la crisi non trovi soluzione e quindi si rimanga nella strada del declino, che i singoli problemi trovino risposte momentanee e regressive.

Questo vale anche per l’azione sindacale, la sua capacità di rappresentare il lavoro e dirigere i lavoratori tutelando ciò che vaa finire e, contemporaneamente, spingendo verso il nuovo.Per la Cisl, quella veneta compresa, questo essere bifronte (nulla a che fare con la doppia faccia) è nel suo DNA (nasciamo come“sindacato nuovo” che ha nello statuto l’obiettivo della partecipazione dei lavoratori all’impresa, come quella praticata in Germania, tanto per intenderci). Ma, oltre ai principi, abbiamo una pratica, consolidata anche in Veneto e che ha trascinato tutto il movimento sindacale, che si esplicita in centinaia di accordi aziendali e territoriali e in diffuse prassi quotidiane non pubblicizzate. Il nuovo dunque non ci spaventa, anzi. Non vorremmo però che alcune nostre proposte, comprese quelle indirizzate a chi rappresenta il manifatturiero, fossero evitate solo perché impegnano direttamente ed in egual modo tutti i soggetti interessati. Tutti dobbiamo spianare la strada e togliere gli ostacoli. Allora, per non perdere altro tempo ancora, la mettiamo così: chi vuole il nuovo si parli attorno ad un tavolo dove, qualche minuto prima, ha appoggiato copia scritta delle sue proposte. Attendiamo, come sempre, riscontro.