IL VENETO E LE PREVISIONI SULL’ECONOMIA

Venerdì, 24 ottobre 2008

Il tessuto economico e produttivo così come l'occupazione ed il lavoro veneto devono organizzare rapidamente le loro difese in vista di una sempre più possibile andata recessiva.
Che l'economia regionale stia rallentando ce lo hanno già segnalato i dati sulle nuove assunzioni nel 2008 (vedi Misure n. 16 di Veneto Lavoro) che si riducono rispetto al 2007 in tutti i settori ma specialmente nel manifatturiero.
L'economia regionale è esposta alla crisi e alla recessione internazionale specie nel versante delle esportazioni ed in quello del finanziamento e del costo del denaro per le imprese in gran parte di piccole dimensioni.
Anche la capacità di consumo delle famiglie sta diminuendo in seguito al carovita che sta riducendo il potere di acquisto di salari e pensioni.
Sono urgenti quindi contromisure adeguate la cui attivazione dipende soprattutto dalle politiche nazionali.
Urge quindi concludere l'accordo sulla riforma della contrattazione per liberare spazi utili ad una migliore ripartizione tra lavoro e capitale della produttività e per ridurre il prelievo fiscale e contributivo sui premi aziendali.
Urgono anche misure fiscali del governo e del parlamento, concertati con il sindacato, che ridiano sostanza ai redditi delle famiglie, specie a quelle numerose e a basso reddito.
Non si tratta solo di aprire una sporadica finestra sui consumi (è il succo della proposta della Confcommercio sulla detassazione della 13^) ma di riconoscere che per molti, anche nel nostro Veneto, le condizioni di vita si sono abbassate paurosamente (il rapporto della Caritas sulla povertà è illuminante).
Torna quindi impellente da una parte una politica di meno tasse per chi le paga accompagnata da una efficace lotta (in gran parte cancellata nei provvedimenti estivi del governo) a chi non le paga per niente e dall'altra la concretizzazione la rete della flexsicurity.
Infine l'attenzione va posta sulle piccole e medie aziende, il punto di forza dell'economia e dell'occupazione regionale alle quale vanno garantiti l'accesso ai finanziamenti e risorse per l'innovazione.
E' giusta l'attenzione verso le banche, ma non va dimenticato che esse sono, per una economia sana e produttiva, soprattutto uno strumento mentre i soggetti reali, i protagonisti veri, rimangono il lavoro e l'impresa.

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