Chiacchiere di Corridoio

Martedì, 14 luglio 2009

Il Rapporto Statistico 2009 sul Veneto, presentato pochi giorni fa dalla Regione Veneto, è dedicato, anche nel titolo, alla mobilità. Il Veneto genera mobilità, si sottolinea, per diversi motivi: dalla posizione geografica alla attrattività occupazionale.
Il Veneto, aggiungiamo noi, è una delle grandi regioni di incontro e di scambio d'Europa: persone (lavoratori, imprenditori e turisti), prodotti, idee entrano ed escono, si fermano, nascono e si consumano in questa regione che contribuisce non poco, con la sua forza economica e produttiva, a rendere l'Italia paese da G8.
Per mantenere queste condizioni, generatrici di un benessere che si espande ben oltre i suoi confini amministrativi, la nostra regione deve compiere un triplice salto vitale: uscire rapidamente dalla crisi senza de-industrializzarsi, accrescere il suo ruolo di area materialmente relazionata con l'Europa, valorizzare tutte le sue risorse a partire da quelle costituite dal vasto patrimonio lavoro-impresa.
In tutti e tre i casi la mobilità, delle persone come delle cose, rimane uno dei fattori che possono rendere possibile compiere questo salto in avanti nello sviluppo.
Da qui la giusta attenzione che viene data alla realizzazione del Corridoio 5, la grande arteria ferroviaria ed autostradale che l'Unione Europea ha individuato ancora 15 anni fa come opera strategica per collegare, anzi ri-collegare, l'Europa occidentale con quella orientale. Non a caso la sua definizione è "corridorio paneuropeo".
Il Veneto ne sarebbe la stazione di incontro e di congiungimento.
Nessuno nega l'importanza del Corridorio 5. Semmai vi sono legittime preoccupazioni per l'impatto che la sua realizzazione avrebbe nell'ambiente circostante e che devono trovare adeguate ed intelligenti risposte nella progettazione ed esecuzione delle opere costruttive.
Eppure tutto questo sembra, anzi, è ancora chiacchiera.
Chiacchiera su dove e come si realizzerà il tracciato dell'Alta Velocità e Capacità ferroviaria senza le quali il Corridoio non esiste se non come una semplice autostrada a tre corsie, senza linea di continuità verso l'Europa orientale. Percorso di serie B rispetto ad altri corridoi paneuropei che passano sopra (a nord) del Veneto e dell'Italia che sono in una fase molto più avanzata di progettazione ma anche di effettiva realizzazione.
Chiacchiera, magari polemica, sul a chi spetta la prima mossa (regione, ferrovie, stato), se vengono prima i progetti e poi i soldi o viceversa, se le nuove linee ferroviarie cammineranno a fianco dell'autostrada o da un'altra parte (il Friuli ha già deciso).
Queste chiacchiere sul Corridoio non ci portano a nulla.
Al Veneto, proprio per il suo ruolo europeo e nazionale, servono subito opere straordinarie e strategiche. Un subito che è già ritardo ma che lo è ancora di più a seguito della crisi che imperversa. Non siamo quindi per niente convinti dalle decisioni assunte in sede nazionale di non disporre risorse per finanziare il Corridoio 5 come se non fosse una infrastruttura prioritaria.
Insistiamo quindi sulla nostra proposta di una azione comune tra istituzioni e rappresentanze dell'economia e del lavoro del Veneto che, stabilito tempi e metodi delle scelte da fare in regione, provveda a sostenerne il finanziamento presso il governo e la realizzazione nel territorio.

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