Autonomia: il referendum non sia la nostra Caporetto

Martedì, 24 ottobre 2017

I veneti sono andati alle urne ed hanno espresso, anche se non in forma plebiscitaria, il loro consenso a che la Regione avvii con il governo un negoziato per farsi attribuire ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. 

È sicuro che per una parte dei votanti le attese sono maggiori di quelle contenute nel SI, come è altrettanto certo che per tutti gli altri c’è una sostanziale corrispondenza. 

Possiamo anche dire che proprio la perfetta “costituzionalità” del quesito (che altro non è che il testo del 116 della Carta) ha favorito il superamento del quorum e la vittoria del SI. 

Come Cisl del Veneto, unici nel sindacato, abbiamo invitato i nostri associati (nel rispetto della loro piena libertà di opinione) a votare e votare SI proprio su questo presupposto garantito anche dall’impegno del presidente Zaia di coinvolgere le Parti Sociali nel percorso.

Andare a dormire, a tarda notte, con la certezza di aver contribuito ad aver fatto del referendum una forma di sostegno su un progetto largamente condiviso e risvegliarsi al mattino con la sua trasformazione in richiesta di Statuto Speciale e di riforma fiscale ci ha lasciato prima stupefatti e poi delusi e preoccupati. 

Delusi perché la nostra fiducia verso l’istituto del referendum e i suoi promotori si è rilevata mal posta.

Preoccupati perché le richieste avanzate dalla Giunta Regionale nei tre disegni di legge approvati il 23 ottobre, se approvati dal Consiglio Regionale, inficiano fin dal principio ogni possibile negoziato con il governo e rendono completamente superfluo il ruolo delle Parti Sociali.

Nel primo caso (la richiesta di Statuto Speciale) siamo tornati alla riedizione del film che abbiamo già visto nei mesi scorsi: il Consiglio Regionale approva leggi fatte in modo tale da impedire l’avvio del percorso costituzionale per l’autonomia. Nel secondo si decide, non confrontandosi nemmeno con le autonomie locali, l’elenco più banale delle materie sulle quali si chiederà l’autonomia: tutte!

Se questa rimane la posizione del Presidente, della Giunta e del Consiglio Regionale possiamo già seppellire definitivamente il referendum del 22 ottobre, il primo in cui i cittadini del Veneto sono stati chiamati ad esprimere la loro opinione. Ci sa tanto di vecchia politica, di referendum abrogativi che non sono riusciti a cancellare nulla, di fiducia carpita. 

Così quello che doveva essere un giorno storico per il Veneto è destinato a passare alla storia per il giorno della grande beffa.

Sta al Consiglio Regionale darvi rimedio. Abbiamo ancora tempo a disposizione, n on sprechiamolo.

La Cisl veneta, ancora una volta, è pronta a fare la sua parte. Evitiamo la Caporetto dell’autonomia.