Contratto Safilo

Lunedì, 10 dicembre 2007

Invece che soldi, tempo libero.

Questa l’ultima novità in fatto di accordi aziendali che ha fatto la sua comparsa qualche girono fa in Veneto. L'esperienza pilota è firmata Safilo ma ci sono buone ragioni per ritenere che si possa portare in altre realtà produttive.

Ne sono convinti i sindacati, lo pensano titolari di fabbriche ad alta presenza femminile e lo prevede anche chi istituzionalmente tiene sotto osservazione il rapporto tra donne e lavoro.

L'intesa del colosso padovano dell'occhialeria risale a qualche giorno fa ed è modellata attorno alle esigenze di quell'80% di lavoratrici sull'intera occupazione dell'azienda. Oltre ad un robusto contingente di contratti a part-time, l'accordo partorito dopo otto mesi di consultazioni sindacali ha inserito, tra le altre voci, la possibilità di trasformare i “punti di efficienza” in biglietti da 100 euro oppure in un equivalente di permessi pari a dodici ore.

I bonus maturati, dunque, potranno essere impiegati in termini di assenze dal lavoro fino ad un massimo di 36 ore mensili. “È l'espressione forse più evidente del riguardo che abbiamo voluto riservare alle donne, nonostante si tratti di una possibilità estesa a tutti i dipendenti - spiega l'amministratore delegato Massimiliano Tabacchi - che va ad aggiungersi a permessi speciali riconosciuti in occasioni particolari come i primi giorni di asilo o di scuola elementare dei figli. Accordi integrativi del genere sono, a mio parere, un esempio concreto di responsabilità sociale dell'impresa. Nei fatti e non con i proclami”.
Un plauso all’iniziativa arriva anche da Lorenza Leonardi della Cisl del Veneto e vice presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità della Regione Veneto. “Abbiamo promosso accordi per l'introduzione della "flessibilità buona" nei posti di lavoro e ci siamo accorti che, una volta scaduti, le imprese hanno continuato ad adottare gli stessi modelli. L'elasticità degli orari, in sostanza, si traduce quasi sempre in una scelta efficace ai fini della produzione”.
“Questo – conclude Franca Porto, segretaria generale Cisl Veneto - è un esempio di buona pratica della contrattazione che vogliamo fare per rendere le donne che lavorano più libere di scegliere e di trovare un punto di conciliazione tra lavoro e famiglia. Speriamo che ne approfitti anche qualche uomo perché farebbe bene a loro e alle famiglie passare dalla conciliazione alla condivisione del tempo dedicato alla cura”.

Mestre, 10 dicembre 2007

Ufficio Stampa Cisl Veneto

Monica Borga

contrattazione, Femca Cisl