Perdere la vita lavorando è, tra i modi di morire, uno dei più feroci

Martedì, 27 novembre 2007

E’ inaccettabile morire mentre si sta svolgendo una funzione di servizio a se stessi, alla propria famiglia e alla comunità in cui si è inseriti. In Veneto nell’intero 2006 si sono registrati 113.423 infortuni e 115 morti, vale a dire 300 infortuni al giorno e un morto ogni 3 giorni. In questo 2007 stiamo assistendo ad una vera e propria ecatombe. Gli infortuni e i morti sul lavoro sono aumentati a dismisura. Se nel 2006 da gennaio a settembre avevamo avuto 83 infortuni mortali sul lavoro, nello stesso periodo di questo 2007, siamo passati a 89, con una crescita, cioè di 6 vittime, il 7,2%. Un dato non solo preoccupante, ma addirittura inaccettabile.

E ci risulta insopportabile che qualcuno colleghi la crescita delle vittime, con il fatto che il lavoro e l’occupazione sono aumentati nella nostra regione.
Noi crediamo che dietro a queste morti ci siano responsabilità precise.
In parte culturali. Abbiamo tutti abbassato la guardia, convinti di aver fatto abbastanza, e invece è indispensabile reinvestire sulla prevenzione nei luoghi di lavoro, con più assemblee e momenti di formazione dedicati a questi temi. Non solo, dobbiamo aprire una nuova stagione di contrattazione che punti obbligatoriamente sulla sicurezza come elemento che qualifichi i lavoratori, ma anche le imprese.
Nella società dove il linguaggio comune, le preoccupazioni, le scelte anche del sistema dell’informazione, sembrano privilegiare altri temi appena finisce l’onda emotiva di una morte, c’è di certo un terreno in cui la colpa non si può negare. E’ quello di un continuo disinvestimento pubblico avvenuto in questi anni nei soggetti di controllo e prevenzione. La regione Veneto è quella in cui è più bassa la presenza di ispettori del lavoro. E va poi pensato un investimento straordinario sugli Spisal che in Veneto per anni, grazie alla sensibilità e professionalità del personale, sono stati punta avanzata della lotta agli infortuni, ma oggi sono anche loro sotto organico e senza mezzi per poter lavorare.
Dobbiamo ripartire da tutto questo, destinando importanti risorse perché in questi servizi siano assunte persone qualificate, in numero sufficiente e vengano dati loro sia la possibilità che gli strumenti necessari per prevenire e impedire altri incidenti.
Il 27 novembre Cgil, Cisl e Uil del Veneto lanciano con un’iniziativa unitaria a Mestre, la tolleranza zero verso gli infortuni. Nel corso della mattinata si terrà un’assemblea regionale dei rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza e nel pomeriggio un presidio in piazza Ferretto per dire basta ad avvenimenti che ci pesano e ci feriscono nel profondo.

Mestre, 26 novembre 2007

Franca Porrto

Segretaria Generale Cisl Veneto

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