Infortuni: in Veneto si continua a morire sul lavoro

Martedì, 04 settembre 2018

Dopo il caso del lavoratore kosovaro, Shpejtim Gashi, dipendente della 3B di Salgareda, nel Trevigiano, si devono contare altre due vittime nel giro di pochi giorni in provincia di Verona.
Ieri pomeriggio, verso le 16, lungo la SR 11 tra Sona e Castelnuovo del Garda, un agricoltore di Pastrengo, Luigi Zardini, è morto ribaltandosi col proprio trattore. Zardini, 58 anni, storico collaboratore della cantina Recchia di Negrar, ha perso il controllo del mezzo mentre raggiungeva i filari delle viti nel campo di fronte al bivio per Sandrà, finendo lungo il terrapieno e ribaltandosi. Ancora sconosciute al momento le cause dell’incidente, al vaglio dei tecnici dello Spisal e della Polizia Stradale: forse una manovra azzardata, una brusca sterzata o un malore.
Venerdì scorso, 31 agosto, invece, si è spento, dopo dieci giorni di agonia, Andrea Rama, imprenditore di 48 anni di Colognola ai Colli. Rama si trovava ricoverato al reparto di Terapia Intensiva Neurochirurgica del Polo Confortini dallo scorso 22 agosto, quando era precipitato da un’altezza di 10 metri in un capannone di Viale del Lavoro a Montecchia di Crosara. L’uomo, socio della Elettro Rcr, azienda di installazione di impianti elettrici, si era recato nel capannone di proprietà della ditta e affittato ad un’impresa specializzata nella concia (in quel momento chiusa per ferie) per controllare una sospetta infiltrazione di acqua piovana dal tetto. Arrivato prima dei suoi soci, era salito da solo sulla copertura del capannone, precipitando poi probabilmente per un cedimento del lucernario.
Due morti che vanno ad aggiungersi al già lunghissimo elenco dei coltivatori schiacciati dal proprio trattore e degli artigiani che precipitano dal tetto di capannoni in manutenzione.