Sanità veneta: intervista a Sabrina Dorio (Cisl)

Martedì, 17 luglio 2012

La Regione Veneto, dopo mesi di confronto con gli attori sociali e del sistema, e a distanza di quasi un anno dall’approvazione del Progetto di Legge da parte della Giunta regionale,  si è finalmente dotata di un nuovo Piano socio sanitario (Pssr). Succede al precedente, approvato  16 anni fa, quando il Veneto ed i bisogni di salute dei suoi cittadini erano molto diversi e così anche il contesto economico e sociale nel quale interveniva.

Naturalmente siamo a metà dell’opera perché il piano deve ora trasformarsi in scelte concrete, in operatività quotidiana. E questo nel mentre si fanno più stringenti le politiche di rigore da parte del governo nazionale con i provvedimenti di contenimento e di revisione della spesa pubblica che riguardano anche la spesa sanitaria.

Del nuovo Piano ne abbiamo parlato con Sabrina Dorio, responsabile per la Cisl del Veneto, del dipartimento Welfare e che ha seguito passo-passo tutta la lunga, tortuosa e complessa vicenda politico ed istituzionale che ha preceduto il voto a Palazzo Ferro Fini.

Intanto: come ha giocato la Cisl veneta in questo percorso?

Fin dalle prime fasi del confronto tecnico avviato dall’Assessorato alla Sanità abbiamo scelto di giocare un ruolo propositivo e responsabile sulla base di una convinzione:  è  (e rimane tale) necessario intervenire sul sistema dei servizi sanitari e socio assistenziali territoriali del Veneto con una riorganizzazione strutturale e radicale. Solo così si potrà assicurare la qualità delle prestazioni e servizi che siano uniformemente distribuiti nel territorio. In particolare il nuovo sistema deve saper garantire la continuità assistenziale (presa in carico) della persona nel passaggio dall’ospedale al territorio e viceversa. Per fare ciò serve anche l’introduzione di nuovi modelli assistenziali multiprofessionali e integrati.

Rispetto agli obiettivi prioritari posti dalla Cisl alla Regione prima della  predisposizione del Piano e in fase di confronto tecnico che risultati abbiamo ottenuto?

Il Piano contiene alcune risposte positive alle nostre richieste e proposte. Ad esempio è positiva la previsione della riorganizzazione della rete ospedale/ territorio (ospedali per intensità di cure  e servizi territoriali intermedi). Va subito precisato però, perché questo è uno dei punti più all’attenzione dell’opinione pubblica, che non sono esplicitati i criteri di riferimento e tutto è quindi rinviato alle schede di dotazione ospedaliera e territoriale. Le schede devono essere presentate entro il prossimo settembre 2012  e ci diranno quali e quanti posti letto, dove e come saranno organizzati, quanti primariati e cosi via.

Bene anche la spinta affinché le funzioni sociali dei Comuni vengano delegate alle Ulss come da noi richiesto, e così anche il rafforzamento dello sportello unico per garantire l’accessibilità dei servizi in raccordo operativo con i comuni.

Sulla medicina di famiglia?

E’ interessante l’ipotesi di riorganizzazione la medicina di famiglia anche verso la presa in carico dei pazienti con patologie croniche, ma i provvedimenti attuativi dovranno  impostare in modo vincolante la nuova funzione integrata nel territorio altrimenti non cambierà l’attuale modello (e quindi non diminuiranno i ricoveri impropri e gli accessi al pronto soccorso per assenza di assistenza nel territorio)

Il sistema è fatto anche da professionalità. Che valutazione del Piano sotto questo profilo?

Per noi è molto positivo l’approccio di sviluppo delle professioni (tutte), in particolare la previsione dell’infermiere “case manager” (diciamolo in italiano: responsabile del caso specifico, chi si prende in carico il paziente) e della direzione delle professioni sanitarie (a favore di una diversa gestione di formazione e processi assistenziali): anche qui dovremo seguire con grande attenzione l’attuazione di questi enunciati.

C’è poi la spinosa questione della non autosufficienza

E’ tutta da presidiare la parte sulla non autosufficienza attraverso la “piena applicazione della L.r. 30/2009 a garanzia dell’universalità di accesso e del diritto di scelta delle prestazioni”. Il piano infatti si limita a richiamare la norma senza richiamarne le finalità nel lungo periodo. Su questo aspetto la nostra vigilanza insieme a quella dei sindacati dei pensionati e delle associazioni dei disabili rimarrà alta e questa è già una certezza.

Oltre alla riorganizzazione delle rete ospedaliera ci sono altri aspetti del piano che sono strettamente collegati alla ripartizione delle risorse

Aspetti di grande rilevanza: sul sistema di finanziamento delle Ulss dove  andrà verificato il sistema di riparto alla luce delle elaborazioni su dotazioni organiche e costi standard come da obiettivi del piano; poi gli investimenti per edilizia ospedaliera dove è positiva la pausa di riflessione assunta per verificare gli effetti dei project financing. Vedremo poi i contenuti  della specifica legge su cui il Consiglio Regionale ha impegnato la Giunta a produrre una proposta. Infine c’è il tema dei nuovi criteri di compartecipazione ed esenzione alla spesa da parte dei cittadini (previsto nel Piano): per garantire equità nell’accesso noi siamo convinti che il reddito reale della persona e della famiglia sia sempre il parametro principale.

I recenti provvedimenti del governo di revisione della spesa pubblica che effetti possono avere sul Piano Veneto e sulla sua effettiva concretizzazione?

Per certi versi il Pssr ha anticipato alcuni provvedimenti, in alcuni casi precisando l’obiettivo (posti letto ospedalieri per acuti previsti già al 3 per mille dal piano), oppure senza precisazione del dato d’arrivo ma con la finalità (riduzione spesa farmaceutica).

Complessivamente per il Veneto più che una criticità l’attuazione delle riorganizzazioni della spending review sono un’opportunità, perché se le intenzioni del piano non erano solo ipotetiche, gli obiettivi saranno alla portata del cambiamento, questo almeno per quanto riguarda posti letto, farmaceutica, acquisti e privato accreditato.

In conclusione?

Diciamo quindi che le premesse sono buone e interessanti, ora bisogna vedere come verrà svolto il difficile compito. E’ chiaro che non staremo a guardare, la partita questa volta è determinante per il futuro del welfare veneto.