Violenza di genere. In aumento, anche in Veneto, durante il lockdown

Lunedì, 06 luglio 2020

Durante il lockdown si è registrato un calo complessivo dei reati contro la persona, ma è aumentata la violenza di genere, soprattutto in forma sommersa a causa delle maggiori difficoltà delle donne a denunciare.

A confermarlo, sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Interno, la Commissione d’inchiesta sul femminicidio che, lo scorso primo luglio, ha approvato il documento “La violenza di genere nel periodo dell'emergenza epidemiologica da Covid-19”.

Nella Regione Veneto, ad esempio, nei 4 centri antiviolenza gestiti dall’Associazione Nazionale D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza, dal 2 marzo al 5 aprile sono state 346 le donne che hanno chiesto aiuto, di cui solo 66 nuove, mentre dal 6 aprile al 3 maggio i contatti sono stati 305, di cui 60 nuovi.

L’incremento dei casi di violenza di genere durante il lockdown è dovuto soprattutto all'isolamento imposto dall'emergenza sanitaria che ha portato ad una condivisione prolungata e obbligata degli spazi oltre ad un aumento di preoccupazioni relative all'incertezza del domani, tra cui l’instabilità economica, fattori che hanno contribuito ad esasperare le dinamiche violente nei rapporti di convivenza familiari.

Tuttavia, se da una parte sono aumentati i reati di violenza, dall’altra però sono diminuite le denunce, dato che l'obbligo di permanenza domiciliare ha aumentato il controllo costante del partner violento e reso più difficile l'accesso delle donne vittime di violenza anche al 1522, il numero gratuito antiviolenza.

Dimostrazione ne è un aumento delle notizie di reato, soprattutto maltrattamenti in famiglia, in seguito alle prime aperture del mese di maggio.