Sciopero dei Porti. A Venezia presidio delle entrate

Martedì, 21 maggio 2019

Fit Cisl, Filt Cgil e Uiltrasporti hanno indetto per giovedì 23 maggio uno sciopero nazionale di 24 ore in tutti i porti italiani.

All’origine della protesta il mancato rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro, la cui trattativa è in fase di stallo dal 12 aprile scorso “a causa delle rilevanti indisponibilità datoriali su temi quali la difesa del fattore lavoro”.

Le organizzazioni sindacali chiedono, infatti, a gran voce “uno strumento in grado di accompagnare alla pensione tutti i lavoratori e di regolamentare gli effetti, sugli organici, dell’automazione del ciclo produttivo”.

“È inaccettabile – criticano - il rifiuto delle aziende di mettere risorse per creare un fondo che consenta ai lavoratori di andare anticipatamente in pensione. Inaccettabile non voler concordare le conseguenze della futura automazione del lavoro portuale sui lavoratori. Inaccettabile – aggiungono - il ricorso sempre più frequente all’autoproduzione che cancella posti di lavoro e crea insicurezza”.

I sindacati di settore condannano anche l’assenza di una presa di posizione da parte del Governo: “Riteniamo assordante, quindi complice – dichiarano - il silenzio del Governo, riluttante ad ogni richiesta di incontro delle Organizzazioni Sindacali, e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per niente vigile sulle innumerevoli irregolarità registrate nella gestione e applicazione della norma di molte AdSP (Autorità di Sistema Portuale)”.

A Venezia e Chioggia lo sciopero coinvolge circa 10.000 lavoratori portuali (il contratto è unico per tutti gli operatori) che manifesteranno alle entrate del porto commerciale con un presidio in Via del Commercio e uno in Via dell’Azoto.

Una delegazione sindacale incontrerà il presidente Musolino.