Rinnovo CCNL vigilanza privata e servizi di sicurezza: giovedì 18 a Treviso presidio lavoratori del Veneto
Presidio dei lavoratori della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza giovedì prossimo, 18 maggio, alle 9.30 a Treviso in piazza delle Istituzioni.
Foto di Ryan McGuire da Pixabay
Alla base della protesta promossa dalle federazioni sindacali venete del settore Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil, il mancato rinnovo del contratto scaduto da più di sette anni ed una trattativa conclusasi con esito negativo ormai un anno fa, con l’incontro del 18 marzo 2022, nel corso del quale le associazioni datoriali, anziché presentare una proposta sul piano salariale, hanno dichiarato di non aver ricevuto mandato dalle rispettive aziende.
Al presidio è prevista la partecipazione di circa 200 lavoratori in rappresentanza del comparto che occupa in Veneto 10.000 persone (un migliaio nella provincia di Treviso), di cui 4.000 impiegati nei servizi fiduciari.
Il mancato adeguamento del salario non solo penalizza i lavoratori in un periodo in cui l’andamento dell’inflazione sta erodendo il potere d’acquisto dei redditi medio-bassi, ma riguarda anche un’attività basata su contratti di appalto pubblici e privati, in cui la mancata definizione di norme adeguate per la tutela della professionalità espone migliaia di persone alla logica del massimo ribasso e della compressione delle tutele.
“Le motivazioni della manifestazione sono rappresentate dallo stato di sofferenza e di profondo disagio dei lavoratori causato dal mancato rinnovo del CCNL - spiegano i Segretari generali regionali di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil Giovanni Battista Comiati, Alessio Odoni e Massimo Marchetti -. Infatti, i trattamenti normativi e retributivi della categoria non hanno conosciuto alcun miglioramento da quasi 8 anni determinando perdita del potere d’acquisto, oltre alla cronica carenza di tutele adeguate rispetto all’evoluzione del settore. Tutto ciò – concludono - malgrado l’impegno professionale e la dedizione profusi nel corso dell’emergenza sanitaria per garantire la continuità del servizio e contribuire alla sicurezza pubblica”.
