Covid-19. Veneto, il turismo il settore più colpito dalla crisi

Venerdì, 05 febbraio 2021

In Veneto, nel 2020, a causa della pandemia da Covid-19, si è registrata una riduzione del saldo occupazionale (differenza tra assunzioni e cessazioni) pari a -11.400 posizioni di lavoro dipendente, contro il +26.500 del 2019.

I dati, forniti dal “Bollettino socio-economico del Veneto” a cura dell’Ufficio Statistica della Regione, evidenziano come il settore più colpito sia quello turistico. Tra gennaio e novembre 2020 vi è stato un crollo degli arrivi (-60%), mentre le presenze, ossia i pernottamenti, sono diminuite del 53,8%. Questo a causa della forte riduzione di turisti stranieri, che nel 2019, nella nostra regione, rappresentavano il 65,3% dei visitatori.

Le più colpite dalla crisi, le città d’arte e le località termali. Fino al mese di novembre, le città d’arte hanno registrato 15,6 milioni di presenze in meno (la sola Venezia ne ha perse 8,8 milioni, -71,7%), mentre alle terme vi è stato un calo di 2 milioni di presenze.

Secondo i dati di Veneto Lavoro, la flessione occupazionale del 2020 è concentrata soprattutto nei servizi turistici che chiudono a fine anno con un saldo (differenza tra assunzioni e cessazioni) di quasi -15 mila unità e il 45% in meno di assunzioni rispetto al 2019. Negativi i saldi anche di altre attività dei servizi, come commercio al dettaglio, trasporti, attività finanziarie, editoria e cultura.

E sono proprio Venezia e Belluno, dove le attività stagionali turistiche hanno un’incidenza maggiore, le due province venete con una maggiore flessione della domanda di lavoro: -35% a Venezia e -31% a Belluno.