Congresso Cisl Belluno Treviso. La condizione giovanile al centro della prima giornata

Giovedì, 10 febbraio 2022

Gestione dei fondi del Pnrr, necessità di maggiori investimenti in sicurezza, urgenza di una maggiore programmazione territoriale, sanità pubblica. Tanti i temi affrontati ieri, mercoledì 9 febbraio, da Massimiliano Paglini, Segretario generale della Cisl Belluno Treviso, nella relazione di apertura del congresso del sindacato.

Particolare attenzione è stata posta, soprattutto, sulla condizione giovanile nelle due province, al centro della ricerca “I giovani a Belluno e Treviso. Tra declino demografico, precarietà e difficoltà di accesso al credito”, realizzata dai ricercatori della Fondazione Corazzin Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron e da Gianni Lo Martire dell’Ufficio Studi della Cisl territoriale.

Un territorio, quello di Belluno e Treviso, come emerge dallo studio, dove i giovani sono sempre meno. Nel 2005 a Belluno gli over 65 erano poco meno del 22% del totale dei residenti, nel 2020 sono il 27%. L’età media della popolazione è passata da 44,2 anni del 2002 a 48,1 nel 2020. A ciò si somma il tasso di natalità, passato da 8,7 a 5,8 dal 2002 al 2019. A Treviso, invece, gli over 65 erano il 18% nel 2005 e il 22,4% nel 2020. L’età media è aumentata di 3,7 anni in 20 anni: da 41,6 a 45,3, mentre il tasso di natalità è sceso di 3,3 punti.

A Treviso nel 2020 il tasso di occupazione 18-29 anni è leggermente salito, da 54,5 a 55, ma rimane ben distante dal valore di 10 anni prima dove era pari a 62,2. A Belluno, nella fascia 18-29 è al 50,7, contro i 58,2 del 2005.

Il reddito dei giovani è fermo da oltre 15 anni. Il reddito medio di una famiglia sotto i 35 anni nel Nord Est era di 30.469 € nel 2003. Quindici anni dopo, nel 2018, è rimasto lo stesso: 30.517 €.

Lo studio Cisl affronta, infine, le difficoltà legate alla casa e all’accesso al credito. Su 13 banche interpellate per far ottenere un mutuo prima casa a una coppia con reddito di 2.500 euro mensili, solo una è disposta a concederlo se i richiedenti hanno un contratto a tempo determinato, ma in questo caso la rata sale del 30% rispetto a quella di chi ha un posto a tempo indeterminato.

“Il nostro territorio - ha commentato Paglini - è incapace di fare il salto di qualità, di esercitare una vera e pervasiva inclusione dei giovani nella vita sociale e comunitaria, soprattutto per quanto riguarda l’accesso al mondo del lavoro, alla prima abitazione, all’indipendenza economica dai genitori, tutti elementi che condizionano notevolmente lo sviluppo economico e demografico e la crescita. È fondamentale invertire la tendenza in atto lavorando su più fronti – ha aggiunto - servono interventi strutturali di sostegno alla genitorialità, ma anche regolarità dei contratti, retribuzione adeguata, stabilizzazione del rapporto di lavoro, priorità assolute per tutelare lavoro e dignità”.

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