VOTO OPERAIO AL NORD

Mercoledì, 07 maggio 2008

Franca Porto, Cisl Veneto, il Sindacato torni a contrattare

Non si meraviglia del voto operaio alla Lega, fenomeno ormai di lunga data. Ma Franca Porto, segretaria generale della Cisl del Veneto, pensa che anche il mondo del lavoro debba essere investito da grandi novità, per recuperare un rapporto forte con la gente. Il sindacato, afferma, deve tornare a fare il proprio mestiere e deve farlo sempre meglio. Contrattando di più, per migliorare le condizioni di lavoro, alzare la competitività delle imprese, qualificare i servizi pubblici.

Franca Porto, c'è stato al Nord uno spostamento di voti operai verso la Lega?

Direi proprio di no. Qui la Lega è il primo partito operaio, ma da tanto tempo. In periodi di crisi economica la Lega riesce a intercettare del disagio. Semmai, sono sorpresa che si enfatizzi questo spostamento che in realtà non c'è stato.

Colpa di cosa?

Di una lettura superficiale di tanti analisti con la puzza sotto il naso. Bossi in canottiera non viene considerato degno di attenzione.

Quindi nessun ribaltamento di forze?

No. C'è stato semmai uno scivolamento. Voti della Sinistra Arcobaleno sono andati al Partito democratico, che a sua volta ha perso verso l'Udc, Forza Italia e Lega.
Centrodestra vincente.
In Veneto non è una novità, anche se adesso ha raggiunto il suo massimo storico. Comunque, lo scontro all'interno del centrodestra è forte e la Lega appare vincente.

Grazie a cosa?

Alla sua capacità di mantenere un forte collegamento con il proprio elettorato. E di formare bene i propri quadri, sindaci, assessori, consiglieri provinciali e regionali. Imparano a rappresentare.

Senza problemi ad affrontare qualsiasi tema.

Nessuno. Parlano di lavoro, di sicurezza, di rafforzamento delle autonomie locali. La sicurezza è un tema che sentono bene, sono credibili, ma lo sono anche quando parlano di altro. Ed è un vero movimento popolare, sono orgogliosi di stare in mezzo alla gente. Altri non lo fanno, soprattutto la sinistra, che sa tutto, spiega tutto, ma snobba la gente.

La sicurezza è un loro tema forte.

In un contesto multietnico o affronti il tema della sicurezza, con parole chiare, senza banalizzare, o succede qualcosa. L'indulto come primo atto di governo del centrosinistra è stato un errore.

Ma è stato un atto bipartisan.

Sì, ma la firma ce l'ha messa Prodi e la gente questo ricorda.

Cosa fare adesso?

Bisogna fare delle proposte vere sui temi importanti per le gente. In Veneto c'è la più alta presenza del manifatturiero tradizionale, come addetti e come imprese. Bene, bisogna far diventare questo un tema nazionale, fare lobby, trovare le risorse per risolvere il problema. Poi si vede con quali strumenti, ma importante è affrontare un problema in maniera concreta, non perdersi in mille rivoli. La soluzione la troviamo noi, intanto bisogna farsi dare i soldi. Sembra banale, ma questo fa la Lega, più degli altri.

Anche quello delle retribuzioni è un tema caldo, ed è proprio del sindacato.

E noi lo dobbiamo affrontare come si deve. Non con le gabbie salariali, che evocano cose non utili. E nemmeno mettendo la testa nella sabbia come struzzi, sapendo che il problema non è la differenza tra inflazione reale e inflazione percepita, ma il fatto che al Nord il costo della vita è più alto. Allora, rivediamo i contratti, diamo al nazionale compiti solidaristici e al secondo livello una missione precisa, alzare le paghe legate alla crescita della produttività.

Il sindacato deve cambiare, andare di più sul territorio?

Non la Cisl. De Rita ha appena terminato uno studio sulla nostra organizzazione ed è rimasto stupito di quante sedi abbiamo. La Cisl è spalmata sul territorio. Non ci sono solo le sedi provinciali, ma anche quelle di mandamento. A Vicenza ci sono 92 punti cislini e questa è la prassi ovunque. Ci serve altro.

Cosa?

Contrattare di più. Vorrei avere cinque anni di contrattazione intensa. Non concertazione, ma confronto con le istituzioni locali e tantissima contrattazione in azienda a tutti i livelli. Su tutto, ma soprattutto su come si sta sui luoghi di lavoro. Abbiamo due battaglie, ridare competitività alle imprese private, per avere maggiori disponibilità, e alzare il grado di efficienza dei servizi pubblici. E dare risposte alle persone sul proprio lavoro, per avere più salario e un orario migliore. Insomma, dobbiamo fare il nostro mestiere di sindacalisti.

5 Maggio 2008

IL DIARIO DEL LAVORO - Massimo Mascini

politica, elezioni