Si cresce puliti

Lunedì, 05 novembre 2012

Fa una certa impressione leggere nel Rapporto sulla corruzione (commissionato dal Governo in carica, attenzione, e non prodotto da qualche giornale scandalistico) che i cittadini italiani percepiscono la corruzione con la stessa intensità dei cittadini del Ghana e della Macedonia. Siamo ben lontani da considerare vox populi vox Dei. Poche righe dopo il Rapporto (436 pagine!) aggiunge che 12 italiani su cento, intervistati l’anno scorso, hanno dichiarato di avere ricevuto la richiesta o l’offerta di una tangente (la media UE è di 8 su 100).

Il peso di queste pratiche illegali nel settore pubblico è così rilevante che il governo Monti ha motivato l’assunzione di uno specifico provvedimento di legge con argomenti di carattere politico- economico “Il diffondersi delle pratiche corruttive- ha scritto il Presidente del Consiglio nella Presentazione-  mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investimenti dall’estero, determina quindi, tra i suoi molteplici effetti, una perdita di competitività del Paese”.

Insomma Mani Pulite e la fine della Prima Repubblica sembrano passate alla storia senza avere prodotto alcuna sostanziale bonifica. La corruzione si è piegata come canna al vento sotto la bufera giudiziaria e dell’opinione pubblica, ma non si è spezzata. Molti osservatori dicono che ciò l’unico cambiamento è che prima si rubava per dare al partito (tutto o gran parte) ora si ruba per se stessi.

E’ difficile per una persona normale, impegnata nelle cose quotidiane, il lavoro, la famiglia, ecc., immagine che la grande burocrazia e la classe politica più ben pagate al mondo (in modo legale) abbiamo la necessità, l’ingordigia, il bisogno famelico di incassare altro denaro tramite sistemi illegali, immorali e criminali. Naturalmente non facciamo di ogni erba un fascio, ci sono persone oneste ovunque, ma sempre più emergono dalle indagini e dai processi, non casi individuali di corruttore/corrotto ma sistemi collettivi, cricche, gruppi più o meno  numerosi che non si fermano dinnanzi a nulla: terremoti, salute dei cittadini, ambiente e così via.

In questi anni di crisi, dove molte persone e famiglie sono costrette a grandi sacrifici, è sempre più stridente questa diffusione della corruzione, ancora di più la sua impunità. La legge in via di definitiva approvazione è stata imposta non senza qualche distinguo in Parlamento. Sappiamo che va completata con altri provvedimenti che riguardano la criminalità economica e l’evasione fiscale (elementi strettamente connessi l’uno con l’altro, anzi: indispensabili l’uno all’altro).

Noi vogliamo che si vada avanti, fino in fondo. Perché si può tornare a crescere solo se si è puliti e trasparenti e solo chi lo è deve poter crescere.