Partecipazioni americane

Mercoledì, 26 agosto 2009

Denis Hughes, presidente di AFL-CIO dello Stato di New York (la principale organizzazione sindacale dei lavoratori USA) che conta 2,5 milioni di iscritti è stato nominato presidente del consiglio che governa la Fed di New York,, la più importante dopo quella di Washington presieduta con rinnovato incarico da Bernake.

Una presidenza che solitamente va ad un accademico o ad un manager di Wall Street. Hughes, iscritto al sindacato dall'età di 16 anni, è stato chiamato a sostituire Stephen Friedman la cui provenienza (banca Goldman Sachs) aveva minato la credibilità della Fed newyorchese anche perché, avendo mantenuto entrambi gli incarichi, aveva suscitato una clamoroso conflitto di interessi.

Nella attività sindacale di Hughes si conta, tra le tante battaglie condotte, la conquista della parificazione del salario minimo dei lavoratori agricoli a quello degli altri lavoratori, la legge che vieta agli imprenditori di usare soldi pubblici per scoraggiare la sindacalizzazione dei lavoratori, l'unità d'azione dei sindacati dei lavoratori dello spettacolo.

Ci possono sembrare, queste, notizie provenienti da Marte, ma arrivano invece dal paese del capitalismo e del liberismo, quegli Stati Uniti d'America che vivono una crisi economica profondissima per il cui superamento serve la assoluta credibilità di tutti i suoi rappresentanti nelle istituzioni, comprese quelle che controllano la finanza.

La nomina di Hughes non è un fatto estemporaneo: il sindacalista è nel CdA nella Fed di New York dal 2003. Il sistema americano prevede la compartecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti alla gestione della finanza e dell'economia locale e federale, dai Fondi Pensione alla Fed, la Banca Centrale USA.

Vale la pena però di sottolineare il valore di questa scelta che sta nelle sue motivazioni: dare credibilità alla Banca Federale in una fase di crisi durissima.

Questo fatto, che ha destato l'interesse nei media italiani, ci torna utile per sottolineare, pur riconoscendo senza remore la distanza che intercorre la mentalità e la cultura italiana e quella statunitense, che l'idea originale della Cisl sulla partecipazione diretta dei lavoratori e del sindacato alla vita e alle decisioni economiche delle aziende e del paese non era e non è una fantasticheria o un puro richiamo ideale ad una società inesistente.

Altri esempi di partecipazione ci sono più vicini, come ad esempio quello della Germania.

Si tratta di un'idea che comincia a trovare consensi, anche trasversali, in sede politico- parlamentare e che potrebbe essere uno di quelle opportunità in positivo che si sanno cogliere e costruire nei momenti di crisi e di grande cambiamento come quello che stiamo attraversando.

Opportunità che permettono alle comunità sociali, alle economie, alle culture, di uscire dalle crisi rinnovate, migliorate e più forti e non semplicemente di venirne fuori da sopravvissute.

Franca Porto