In campo il Veneto che ama l’Italia

Sabato, 08 ottobre 2011

Oggi la Cisl veneta è incampo a Venezia. Nel titolo della manifestazione sono chiari il comeed il perché “Nel Veneto, che ama l’Italia, prima Equità,Lavoro e Sviluppo”.

Le parole pronunciate inquesti giorni dal Presidente Napolitano ci confermano che siamo sullagiusta strada: il Paese non ha bisogno di divisioni, ha invecenecessità di usare tutte le sue forze per uscire dalla doppia crisi,economica e finanziaria. Lo può fare solo facendo sacrifici (ciòche la politica e chi ci governa non vuol dire apertamente) erinnovandosi profondamente (ciò che gli stessi non riescono o nonvogliono fare). Noi siamo invece convinti che tutto si possa fare sesi opera sui paradigmi dell’equità, del lavoro e dello sviluppo.

Uniti e concentrare leforze, è tutto fuorché retorica. E’ un richiamo a coerenza eresponsabilità, che va controcorrente, contro modi di concepirel’azione politica, sociale ed economica che, nonostante il loroevidente fallimento, ancora oggi incidono pesantemente. Abbiamonotato tutti come lo stesso Napolitano stia progressivamente alzandoil tono di voce nei suoi oramai quasi quotidiani richiami.

Oggi in Campo San Geremiadiciamo cosa significa per noi unità d’intenti e comunanza dipriorità, a partire dalla convinzione che il Veneto non puòchiamarsi fuori e tantomeno stare a guardare.

Ciò significa che ilfederalismo è morto e con la crisi prevale il centralismo? E’esattamente il contrario: può sembrare paradossale ma oggi, quelleparti dell’Italia che, come il Veneto, sono trainanti sotto ilprofilo economico e della coesione sociale, devono marcare la propriaautonoma capacità di governo praticando, con determinazione, gliobiettivi che tutto il Paese deve perseguire. In breve: in Venetofare meglio, prima e di più, ciò che si deve fare in tutta Italia.E’ questo che pretendiamo dalla Regione e dai Comuni, come puredalle ultime amministrazioni provinciali.

Alla Regione diciamo:usiamo tutta l’autonomia disponibile per fare scelte coerenti susanità, trasporti pubblici, istruzione, tagliando sprechi ecancellando inefficienze e quindi reinvestire i risparmi in qualità.

Pretendiamo anchemaggiori poteri: quelli indicati dal Titolo V della Costituzione cheassegna, senza scissioni o secessioni, ulteriori deleghe per leRegioni e non su bazzecole: l’istruzione, l’ambiente, la ricerca,previdenza, reti di comunicazione e altre ancora.

E ancora: si facciafunzionare il Tavolo per lo sviluppo costituito con le Parti Socialie fermo al palo di partenza e che invece dovrebbe declinare in venetola concertazione nazionale.

Anche la questionefiscale va gestita con coerenza. Ci aspettiamo che tutti i 538 Comuniveneti si accordino con l’Agenzia delle Entrate per il contrastoall’evasione fiscale e che la fiscalità locale venga riorganizzatasu criteri di equità. L’accesso agli interventi sociali deve averecome criterio di riferimento il reddito reale e non altrimarchingegni discriminanti.

Infine coerenzafederalista anche nei tagli ai costi della politica, accorpando leaziende pubbliche e riducendo così i posti nei CdA, eliminando ivitalizi, riducendo stipendi e numero dei consiglieri regionali,semplificando le procedure decisionali.

In questo modo, e non inaltri, il Veneto contribuisce a rimettere in piedi se stesso e quindiil Paese. Chi ama il Veneto ama, indissolubilmente l’Italia. Noisiamo tra questi.