Veneto. Asili a numero chiuso per gli stranieri. Rota: inammissibile

Giovedì, 01 marzo 2018

«L’ammissione [agli asili nido pubblici] di figli di famiglie di Stati non aderenti all’Unione Europea avverrà nel limite massimo percentuale medio dei posti annualmente disponibili». A dover stabilire, ogni due anni, le «quote» destinate ai piccoli extracomunitari, dovrebbe essere direttamente la giunta regionale sulla base dei dati Istat sulla presenza di immigrati in Italia. Questa in sintesi la proposta di legge presentata ieri da alcuni consiglieri in V Commissione a Palazzo Ferro Fini. Gli asili diventerebbero a numero chiuso (con una quota ad hoc) per gli stranieri per i quali non varrebbe il principale criterio utilizzato finora per la formazione delle graduatorie, ossia l’Isee familiare. E questo ad un anno di distanza dall’approvazione del Consiglio regionale di un ulteriore paletto: la residenza da almeno 15 anni in Veneto di almeno uno dei genitori per poter fare domanda di accesso a queste strutture. Immediata la reazione della Cisl per bocca del segretario Rota: «Nel giorno in cui il presidente Zaia sottoscrive a Palazzo Chigi l'accordo preliminare per il conseguimento di una maggiore autonomia regionale, veniamo a sapere che, per l'ennesima volta, a Palazzo Ferro Fini (cui spetterebbe gestire gran parte delle nuove deleghe) si propongono norme discriminatorie nei confronti delle famiglie dei lavoratori stranieri e dei loro figli più piccoli al posto di affrontare seriamente il problema della disponibilità di asilo nido e di disporre risorse per allargare l'offerta» denuncia Rota, che incalza «E' un chiaro esempio del Veneto che non vogliamo e che se prevalesse rendere preoccupante e nociva l'acquisizione di nuova autonomia decisionale. Chiediamo quindi all’Assessora Lanzarin e al Presidente Zaia di costituire in occasione del prossimo 8 Marzo un tavolo di confronto sulle politiche regionali verso i minori e le donne e annunciamo fin d'ora che ci attiveremo in tutte le sedi, compresa quelle giuridico- costituzionali, per far cancellare qualsiasi provvedimento di legge che introduca nel Veneto quote o altri criteri prioritari di accesso al welfare diversi da quelli reddituali».