Giornata mondiale salute e sicurezza sul lavoro | Paglini: Urgente fare di più, poco incisivi e lenti i miglioramenti nel trend dei dati
Resta sempre alta la preoccupazione per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro: è urgente fare di più, in Veneto come nel Paese. Già 15 le vittime di infortuni con esito mortale nella nostra regione nei soli primi sessanta giorni di quest’anno, 10.793 le denunce totali di infortunio sul lavoro e 946 quelle di malattia professionale (fonte: Inail). «Numeri che, seppure limitati al primo bimestre, ci dicono come la situazione si mantenga critica, ancor più guardando al trend rimasto purtroppo sempre costante nell’ultimo decennio – evidenzia Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto, alla vigilia della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro,che sarà celebrata il 28 aprile –. Visti in prospettiva, i dati continuano infatti a restituirci una situazione pressoché “cristallizzata”: una sorta di “zoccolo” ancora duro da intaccare incisivamente. È vero, c’è qualche segnale positivo, ma il calo degli infortuni è troppo lento e poco marcato. Insomma, senz’altro la riduzione non è affatto strutturale, ed è ben lontana dal tradursi in quella decisa inversione di rotta da tutti auspicata e a cui bisogna lavorare unendo gli sforzi».

Uno sguardo, inoltre, è necessario agli infortuni gravi, causa di importanti menomazioni, a cui serve senza dubbio prestare grande attenzione, considerando il significativo impatto di tali infortuni in termini di autosufficienza della persona e della sua famiglia, oltre che di costi sociali e sanitari. Per questo Cisl Veneto conferma la propria soddisfazione per il loro inserimento nel bollettino mensile della Regione del Veneto, come era stato sollecitato dai sindacati nell’ambito del rinnovo del “Piano strategico per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro”.
Come Cisl Veneto si ribadisce l’importanza di un’azione complessiva e sinergica che intervenga in primis sulla prevenzione, rispetto alla quale restano fondamentali il contrasto alla precarietà e al lavoro sommerso e la formazione. A questo proposito con favore si accoglie la recente approvazione dell’Accordo Stato Regioni, che finalmente disciplina l’obbligo formativo anche per i datori di lavoro e introduce forme di verifica dell’efficacia della formazione ricevuta. Va, inoltre, incentivato il potenziamento dei controlli e dei monitoraggi (il recente aumento degli ispettori del lavoro potrà contribuire a un cambio di passo, ma serve costanza e prossimità dei controlli), così come ci si auspica un allargamento della platea di aziende soggette all’obbligo della patente a crediti, i cui effetti si potranno misurare concretamente solo più oltre.
Ma c’è anche un approccio globale da far evolvere alla luce dei cambiamenti in corso, funzionale ad alzare l’asticella su ogni fronte sia in materia di prevenzione che di tutela. Così spiega sempre il segretario Paglini: «Come Cisl chiediamo di integrare nella valutazione dei rischi delle imprese anche quelli connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie e dei cambiamenti del clima: veri e propri rischi emergenti e non sempre normati, che pur essendo ancora in fase di analisi e studio rispetto al loro impatto vanno osservati e presidiati perché potenzialmente pericolosi per la salute. Si pensi allo stress da lavoro correlato o all’esposizione ai campi elettromagnetici, e dall’altra parte all’esposizione per lungo tempo ai raggi solari».
E ancora, da non dimenticare l’aumento considerevole delle aggressioni a carico di lavoratori del settore sanitario e sociosanitario, del trasporto pubblico, della polizia penitenziaria e di altre attività lavorative a contatto con il pubblico.
Infine, guardando al tema scelto quest’anno per la celebrazione della Giornata mondiale “Rivoluzionare la salute e la sicurezza sul lavoro: l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione nel mondo del lavoro”, l’impiego dell’intelligenza artificiale potrà essere strumento avanzato di prevenzione e monitoraggio delle situazioni di rischio.