Migranti. Iscos Cisl, “No alle riammissioni, violano il diritto di asilo”

Venerdì, 20 gennaio 2023

L’Iscos (l’Istituto sindacale di cooperazione allo sviluppo della Cisl impegnato in azioni di solidarietà ai migranti, soprattutto lungo la rotta balcanica) ha espresso la sua preoccupazione in merito alla recente dichiarazione del Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, di voler rilanciare le “riammissioni”.

Gli accordi di riammissione prevedono l’accertamento dell’identità di una persona oggetto di una decisione di allontanamento e ne garantiscono la riammissione sicura da parte dello Stato d’origine. Ma, ricorda l’Iscos, “non può essere riammesso, o meglio, respinto, chi richiede asilo”. Il 18 gennaio 2021, infatti, il Tribunale di Roma ha sancito l’illegalità delle riammissioni dei richiedenti asilo accogliendo il ricorso di un cittadino pakistano, riammesso nel luglio del 2020 dall’Italia alla Slovenia, da qui in Croazia e respinto, infine, in Bosnia-Erzegovina.

E non può esistere, aggiunge l’Iscos, una riammissione ‘informale’ in quanto esporrebbe “i migranti a trattamenti inumani e degradanti e impedisce l’accesso alle procedure di asilo a coloro che si trovano nel territorio dell’Unione, per la maggioranza provenienti da zone di guerra come l’Afghanistan, la Siria o dalle regioni del Pakistan”.

Iscos ricorda anche quanto affermato dall’Ufficio Rifugiati di Trieste del Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS): “Nessuna riammissione, anche di quei cittadini stranieri che non chiedono asilo, può essere ‘informale’ perché in uno stato di diritto ogni decisione della pubblica amministrazione deve sempre consistere in un provvedimento scritto, motivato e notificato alla persona affinché la decisione possa eventualmente essere impugnata in giudizio. La natura informale delle riammissioni le rende quindi chiaramente illegali in qualunque caso e circostanza esse vengano fatte, trasformandole in deportazioni di fatto, incompatibili con un ordinamento democratico”.

“In questi anni di calo demografico, di ricerca affannosa di lavoratrici e lavoratori da parte delle nostre aziende e delle nostre istituzioni – propone, infine, l’Iscos - chiediamo di promuovere l’immigrazione regolare, introducendo visti per la ricerca di lavoro. Chiediamo di dare una possibilità legale di ingresso – conclude - a chi vuole venire a vivere e lavorare in Italia”.

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