Lavoro. Appalti pubblici, Cisl Cgil e Uil Veneto: “No alla clausola sociale facoltativa”

Giovedì, 05 maggio 2022

La clausola sociale è quella clausola che prescrive all’impresa subentrante in un appalto di riassumere tutti i dipendenti dell’azienda che lo ha gestito in precedenza. Fino ad oggi è stata obbligatoria ma adesso, con il Disegno di Legge delega di riforma in materia di contratti pubblici, rischia di diventare facoltativa.

Contro questa possibilità si sono mobilitati Cisl, Cgil e Uil Veneto che chiedono “che nei bandi di gara sia eliminato qualsiasi riferimento alla facoltatività di tale clausola, per evitare rischiosi passi indietro in termini di tutela di lavoratori e lavoratrici”.

A tal proposito, sottolineano Cinzia Bonan, Silvana Fanelli e Brunero Zacchei di Cisl, Cgil e Uil Veneto, “abbiamo scritto al presidente Zaia e agli assessori Lanzarin, De Berti e Donazzan, avendo condiviso con la Giunta veneta la necessità del mantenimento della clausola sociale già in occasione della sottoscrizione del Protocollo regionale sugli appalti pubblici. In particolare, negli appalti di servizi e in quelli ad alta intensità di manodopera, per evitare dumping sociale e contrattuale, tutelare i posti di lavoro sul territorio e garantire servizi di qualità ai cittadini e alle loro famiglie. Se ciò non avvenisse – spiegano i tre sindacalisti – rischieremmo, ad ogni cambio di appalto, la riduzione delle tutele normative, la perdita di occupazione e di reddito per lavoratrici e lavoratori di settori di pubblica utilità per l’intera collettività”.

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio degli appalti della Regione del Veneto pubblicati nel luglio 2021 e riguardanti l’anno 2020, infatti, nella nostra regione si registrano 17.481 procedure che movimentano 11,4 miliardi di euro, di cui 4,7 miliardi riguardano i lavori pubblici e 2,1 i servizi.

La sola Azienda Zero affida appalti per 1,772 miliardi di euro, con un’occupazione stimata in circa 5.000 unità: 800 lavoratori impiegati nei Cup, 800 nella ristorazione, 2.300 nella pulizia, 110 nelle lavanderie, 467 nella gestione degli impianti energetici, 479 nell’assistenza scolastica.

Su base provinciale, invece, 542 milioni di euro sono investiti nella provincia di Belluno, 1,436 miliardi nella provincia di Padova, 244 milioni in quella di Rovigo, 682 milioni nel Trevigiano, 1,147 miliardi nel Veneziano, 1,348 miliardi nel Veronese e, infine, 1,020 miliardi nel Vicentino. I restanti interessano l’intera regione.

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