Fnp Cisl Veneto. Calo demografico, “Rischia di saltare il sistema previdenziale”

Giovedì, 08 settembre 2022

Siamo all'inizio della fine della tenuta del sistema previdenziale se non vengono messe ora in atto politiche per la natalità, per l'occupazione di donne e giovani, per una gestione mirata dei flussi migratori e per la crescita.

A sostenerlo è la Fnp Cisl Veneto che nei giorni scorsi ha organizzato il convegno "Calo demografico: quali ricadute sul sistema socio previdenziale", con i contributi tecnici del prof. Gianpietro Dalla Zuanna, ordinario di Demografia all'Università di Padova, e del direttore dell'Inps Veneto Antonio Pone, e le analisi sindacali di Tina Cupani e Gianfranco Refosco (Segretari generali dei pensionati Cisl del Veneto e Cisl Veneto) e Patrizia Volponi (della Fnp nazionale).

In base ai dati presentati nel corso dell’incontro, si rischia di arrivare al 2050 con un rapporto tra popolazione non attiva e attiva dell'87%: serviranno quindi 100 persone attive economicamente per sostenerne 87 che non possono esserlo, e cioè 22 bambini e adolescenti 0-14 anni e 65 anziani ultra 65enni. “Oggi i conti sono in ordine – ha commentato Tina Cupani - ma con l'invecchiamento della popolazione si sa non reggeranno se la natalità e l'occupazione restano ai livelli di adesso. Discutere di politiche lungimiranti per favorirle – ha dichiarato - dovrebbe essere oggetto di campagna elettorale, invece si parla di donne solo come oggetto di violenza; si parla di migranti nella solita retorica; non si sentono idee per sostenere la crescita del Paese e non si parla nemmeno di giovani”.

“Noi siamo convinti che la vera ricetta per la sostenibilità da oggi del sistema sia il lavoro, dignitoso e pagato adeguatamente. E più lavoratori”, ha sottolineato la Segretaria generale Fnp Cisl Veneto, sostenendo anche la necessità di una riforma del sistema previdenziale. “Una riforma – ha sottolineato - che sostenga la maternità con un anno di contribuzione per ogni figlio e che sostenga i giovani con una pensione di garanzia che compensi l'oggettivo rischio di avere assegni molto bassi. Ricordiamoci – ha concluso Tina Cupani - che chi ha cominciato a lavorare dopo il 1996, con il sistema interamente contributivo, non avrà l'integrazione al minimo”.

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