“Ricomponiamo il lavoro”: il messaggio dal nostro XIII Congresso

Martedì, 15 marzo 2022

È stato un congresso intenso e molto partecipato, quello regionale celebrato da Cisl Veneto nei giorni scorsi a Padova. Un momento profondamente significativo, in cui come organizzazione abbiamo ribadito la nostra intenzione di essere protagonisti. Di “esserci per cambiare”, appunto – come recita il titolo del nostro prossimo congresso nazionale –, in quest’epoca così colma di incertezze e di trasformazioni, e al contempo portatrice di sfide sempre nuove e opportunità da cogliere. Lo abbiamo detto a gran voce anche agli ospiti presenti: attori che ogni giorno, sul territorio, sono nostri interlocutori diretti sui temi e le questioni importanti che riguardano da vicino i lavoratori, i pensionati, i cittadini tutti.

Oggi più che mai, crediamo ci sia un grande bisogno del sindacato. Sappiamo che c’è grande bisogno di noi. E come Cisl, responsabilmente, scegliamo la strada del sindacalismo riformista, pragmatico e propositivo. Cioè di chi si impegna a produrre trasformazione sociale, non a fare testimonianza, a gestire il profondo cambiamento orientandolo nella direzione di quello sviluppo sostenibile, equo e inclusivo alla cui costruzione quotidianamente cerchiamo di aggiungere qualche concreto tassello.

A partire dal lavoro, naturalmente, che in questi ultimi anni per le diverse crisi è stato frammentato, polarizzato, spesso maltrattato. E ciò senz’altro ha reso più difficile la tutela delle persone e fatto aumentare le divisioni. Ecco, il congresso è stato per noi l’occasione per lanciare un messaggio forte in tal senso: è il momento di ricomporre il lavoro. Che significa peraltro ricomporre la comunità, perché la coesione sociale stessa, non solo l’occupazione e l’economia, è stata minata dalla pandemia.

Serve allora un nuovo patto sociale, per sostenere la ripartenza del Veneto mettendo al centro quattro grandi temi: il lavoro dei giovani, nel quale si vede ancora troppo precariato e uno scarso utilizzo dell’apprendistato; il lavoro delle donne, in una regione che conta solo il 58% di loro occupate (e a questo si associa un basso reddito, ossia domani una pensione più povera); l’accoglienza e il lavoro per i migranti, per cui urge una politica di programmazione e di gestione, a beneficio anche della “sostenibilità” del mercato del lavoro, specie per alcune mansioni; infine le politiche di welfare, che necessitano di un ripensamento, in particolare quelle a favore delle persone anziane e non autosufficienti, oltre che di ulteriori risorse.

E tra le leve principali della necessaria ricomposizione del lavoro, come Cisl Veneto individuiamo senz’altro la formazione permanente, perché la transizione digitale ed ecologica camminerà sulle gambe delle competenze dei lavoratori, non solo su quelle delle risorse e delle tecnologie; la partecipazione attiva dei lavoratori e delle lavoratrici nelle scelte delle imprese, che si traduce altresì in crescita della produttività e maggior salario; una maggiore centralità della contrattazione aziendale, dimostratasi in Veneto, in varie occasioni, capace di saper produrre modalità e percorsi innovative nelle relazioni industriali come nella gestione delle crisi.

Gianfranco Refosco

Segretario generale Cisl Veneto