Veneto: fare presto ad allargare gli ammortizzatori sociali

Martedì, 13 gennaio 2009

I dati del 2008 sono drammaticamente sinceri: in Veneto la Cig, specie quella straordinaria, la più pericolosa per l'occupazione, dilaga. La conferma puntuale e dettagliata viene da Misure, il periodico di Veneto Lavoro, nel numero appena pubblicato di gennaio 2009.
Le ore autorizzate lo scorso anno (15,5 milioni) corrispondono a più di 9.000 posti di lavoro. La nostra regione si differenzia però dalla situazione nazionale in quanto le ore di Cig straordinaria ( circa 8,7 milioni) superano di molto quelle concesse per Cig ordinaria (poco meno di 6,9 milioni). Un segnale più che preoccupante se si considera anche un altro dato: la Cig straordinaria è quasi raddoppiata nel settore impiegatizio, in particolar modo in comparti come la metalmeccanica e la chimica, segno di crisi che coinvolgono l'intero corpo aziendale.
Sappiamo anche che questi dati non ci rappresentano interamente la quantità di Cig straordinaria utilizzata realmente nel 2008. I tempi tecnici delle autorizzazioni non sono così rapidi ed immediati e una sua quota sarà possibile conteggiarla solo nel corso di quest'anno.
Altro segnale che aggiunge negativo al negativo è che la quota di Cig utilizzata in Veneto rispetto al totale nazionale è aumentato progressivamente dal 2005 ad oggi (dal 5,6 al 7%) e specialmente nell'uso della Cig straordinaria dove addirittura si raddoppia (dal 4 al 7,9%).
Rispetto al territorio regionale le aree provinciali più colpite sono quelle di Venezia (+ 126 % di ore autorizzate rispetto al 2007 e se si guarda alla sola Cig straordinaria l'impennata e del +209%), di Belluno e di Rovigo.
Insomma: quando insistiamo nel dire che bisogna allargare la rete delle protezioni sociali e bisogna farlo anche presto purtroppo non ci sbagliamo e neppure facciamo la parte delle cassandre.
Ci preme anche sottolineare che in una crisi aziendale non si contano, tra gli effetti negativi, solo i lavoratori posti in Cig ma anche quelli delle piccole e piccolissime aziende collegate che perdono il lavoro, a volte senza nemmeno il breve palliativo del sussidio di disoccupazione.
Il nostro obiettivo di riformare in modo più equo ed efficace gli ammortizzatori sociali nel vivo di una crisi, si conferma così come non il frutto di un pensiero balzano ma un'idea forte a cui nessuna parte, politica o sociale, può sottrarsi magari girando la testa dall'altra parte; né a Roma, né a Venezia.

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