Sanatoria per chi?

Martedì, 01 settembre 2009

Prende avvio oggi una delle più paradossali operazioni di politica sociale: la cosiddetta sanatoria per colf e badanti. Partiamo dalle sue premesse.
In Italia si vive più a lungo, aumenta il numero degli anziani e conseguentemente cresce il bisogno di assistenza che non sempre si trova in famiglia. Sempre in Italia, specie nelle sue aree più sviluppate come il Veneto, una percentuale sempre di alta di donne lavora e ha bisogno, spesso, di un aiuto per accudire alla propria famiglia.
Le risposte pubbliche, a questi nuovi bisogni sociali sono però inadeguate.
Così molte famiglie, anche quelle non benestanti, si danno delle risposte in proprio, utilizzando il lavoro di colf, badanti, baby sitter. Per lo Stato (Comuni compresi) è un gran risparmio.

Proseguendo nelle premesse.
Questi lavori vengono svolti specialmente da donne che emigrano da paesi extracomunitari ed è quindi a loro che si rivolgono le famiglie datrici di lavoro. Le norme di legge in materia di immigrazione (legge Fini- Bossi) hanno reso però di fatto impossibile un regolare sviluppo di questo specialissimo "mercato del lavoro" che si è così sviluppato mescolando lavoro regolare con lavoro nero svolto da clandestini. I rischi per i datori di lavoro e i lavoratori, anche sotto il profilo penale, sono gravissimi e costringono gli stessi a vivere tra apprensioni, paure, ansie e sotterfugi.

Logica vorrebbe che un buon governo intervenisse per rendere più semplice ed immediata la regolare assunzione di lavoratori domestici extracomunitari (si può fare, le proposte ci sono e da tempo) e per sostenere con agevolazioni e contributi le famiglie meno abbienti che adottano questa soluzione per dare assistenza ai propri cari.
Niente di tutto ciò è stato fatto. Anzi, al contrario, sono state varate nuove leggi che rendono più difficile assumere regolarmente lavoratori stranieri e che puniscono pesantemente i datori di lavoro ed i lavoratori irregolari mentre nessuna agevolazione fiscale aggiuntiva a quelle precedenti (nonostante i costi di questi tipo di lavoro siano aumentati) è stata disposta.
Dulcis in fundo, eccoti la tassa sul macinato: i 500 euro previsti dalle norme sulla sanatoria a carico delle famiglie già gravate dal costo diretto della colf o della badante (che di proprio ci metterà altri 150-200 euro tra bolli e nuove tasse).

Rispetto alle premesse la conclusione è quindi inaccettabile. Ciò che si sana veramente (anche se in via provvisoria, perché tra uno o due anni saremo punto a capo) è questa politica governativa che, per le sue stesse leggi, avrebbe dovuto mettere le manette a mezzo milione di famiglie italiane ed ad altrettanti lavoratori stranieri.

Sarebbe dunque ora di cambiare strada e di produrre strumenti di legge che favoriscano la conciliazione degli interessi espressi dai nuovi bisogni sociali del nostro Paese e quelli della immigrazione. Si può "fare cassa" lo stesso, anzi, se ne farebbe di più.
Franca Porto, Segretaria Cisl Veneto

colf e badanti, Franca Porto