Bonanni: le tre parole chiave del sindacato

Mercoledì, 15 dicembre 2010

In occasione della pubblicazione del suo libro Raffaele Bonanni ci ha concesso questa intervista in esclusiva per cislveneto.it
Quali sono le tre parole chiave che un sindacalista della Cisl dovrebbe avere bene in mente?
Sono quelle attorno alle quali gira Il tempo della semina: responsabilità, contrattazione e partecipazione.

Non sono parole nuove...
Sono i concetti fondativi della Cisl, coltivati in tutti questi anni e che hanno sempre dato buoni frutti. Vanno però riseminati, sapendo che ogni stagione è simile ma diversa da quella precedente. E quella che stiamo vivendo oggi è forse la più diversa dalle precedenti.
Prendiamole una alla volta: responsabilità...
E' il modo con cui il sindacato, come il singolo sindacalista, deve porsi di fronte ai problemi dei lavoratori e del Paese. Anche perché solo con un atteggiamento e con scelte responsabili si possono risolvere sul serio, in modo duraturo. La responsabilità si esercita, per le grandi scelte, attraverso la concertazione; una capacità di concordare azioni ed obiettivi comuni che altri Paesi ci invidiano e che, vista la conflittualità permanente e sconfinata della politica italiana, risulta ancora più incredibile che si riesca a praticarla.
La politica nazionale: in piena crisi nel mezzo della più grande crisi economica del dopoguerra..
Si, qualcuno dice che la crisi della politica non è mai stata così grave nella storia della Repubblica e avviene contestualmente ad una crisi economica internazionale e nazionale profondissima, che sta cambiando i connotati della globalizzazione. Dunque ci vorrebbe una politica improntata alla massima responsabilità ed invece predominano demagogia e populismo che hanno sempre trasformato i problemi in disastri. Allora spetta alle rappresentanze sociali caricarsi anche di questa parte di responsabilità.
Contrattazione...
E' il cavallo di battaglia della Cisl, ed è il cavallo di battaglia che ha permesso al sindacalismo italiano di essere ancora forte, riconosciuto, ben presente nel mondo del lavoro in un Paese, come il nostro, che ha avuto, forse più di altri, una enorme rivoluzione del sistema produttivo ed occupazionale. Si pensi al passaggio dall'agricoltura alla piccola impresa, dalle partecipazione statali al terziario avanzato. La nostra robusta costituzione contrattuale, riseminata con l'accordo sulla riforma del sistema contrattuale, ci permette di mantenere questo stretto rapporto con lavoratori e imprese, anche in fasi difficili come queste.
Ed infine la partecipazione, la più difficile delle tre parole
Ma è incarnata nella Costituzione Italiana, articolo 46 che è declinazione dell'articolo 1, quella della Repubblica fondata sul lavoro. Non a caso la ritroviamo nel Patto di unificazione delle forze sindacali democratiche sottoscritto a Roma il 30 aprile del 1950, il giorno prima della nascita della Cisl. Poi la radicalizzazione dello scontro sociale e politico, le diverse visioni della società italiana, la prevalenza della visione conflittuale delle relazioni tra lavoro e impresa hanno messo in secondo piano questo diritto dei lavoratori, praticato invece in altre Paesi dove l'assetto politico democratico ha avuto una applicazione anche nelle relazioni industriali con i consigli di sorveglianza e la democrazia economica. L'Italia deve saper fare questo passo in avanti.

Raffaele Bonanni