Amianto: intervista all’avvocato Tirelli

Mercoledì, 08 aprile 2009

Massimo Tirelli, veronese, è uno dei legali che più si è occupato dei processi, sia in sede civile che penale, sui casi di esposizione all'amianto. In questo ambito ha collaborato spesso con la Cisl ed il patronato Inas.

In questi giorni è iniziato il processo Eternit, l'azienda emblema dell'amianto e delle sue conseguenze letali sull'uomo e l'attenzione dei media è tornato sul tema. Vorremmo quindi conoscere la sua esperienza di persona che ha avuto modo di conoscere da vicino i lavoratori esposti e le loro famiglie.

Premetto che, in quanto legale del Patronato Inas-Cisl di Verona, mi sono ovviamente sempre occupato non solo di previdenza (infortuni sul lavoro, malattie professionali, ecc.) ma anche della tutela risarcitoria conseguente; ebbene, all'inizio degli anni '90 mi capitò il primo caso di lavoratore metalmeccanico affetto da tumore correlato all'esposizione ad amianto.
Questo caso aprì una serie di doverose riflessioni assieme ad un medico dell'Istituto di Medicina del Lavoro dell'università di Verona presso il Policlinico di B.go Roma, che di lì a qualche anno (1995) mi avrebbe messo a disposizione numerosissimo materiale per studiare e preparare le prime cause per esposizione a lavorazioni comportanti l'uso di amianto al fine di ottenere i benefici previdenziali previsti dalla l. n. 257/92.
L'esperienza fu devastante, sia sotto il profilo umano (il lavoratore, al quale venne prognosticata una sopravvivenza di 6 masi, in realtà sopravvisse per quasi tre anni, ma in condizioni di grande difficoltà respiratoria) che quello giudiziario, perché la causa di risarcimento si risolse senza che nessuno avesse sentore che quello era il primo di una serie di casi ulteriori.

Come è proseguita quindi la Sua attività professionale in questo campo?

Sotto il profilo previdenziale (benefici ai fini di prepensionamento o ricalcolo della pensione previsti dalla l. n. 257/92 art. 13 co. 7 e 8) sono stati seguiti circa 1.500 lavoratori, di circa una quindicina di aziende (perlopiù metalmeccaniche salvo una del comparto chimico e una di costruzioni navali), site in Verona, Brescia, Vicenza, Mantova e Trento.
Il lavoro di screening aziendale è stato condotto sempre mediante incontri con rappresentanze di lavoratori con l'aiuto valido di operatori del Patronato Inas e della Fim-Cisl, che sono grandemente serviti a comprendere i sistemi produttivi in uso dal 1960 in poi, data che mediamente è risultata quella in cui sono emerse le concentrazioni di uso di amianto in forma solida o altro più elevate.
La maggior parte di questi lavoratori, anche per i successivi riconoscimenti della Contarp-Inail (che finalmente sull'onda delle decine di cause pendenti si era attivata), venne quindi riconosciuta efficacemente esposta ai fini previdenziali.
E che il problema fosse reale è stato purtroppo poi verificato dai numeroso casi di tumori amianto-correlati che si sono iniziati a manifestare negli ultimi anni generalmente tra lavoratori già riconosciuti esposti da Inail e Inps.
Attualmente risultano aperti alcuni fascicoli penali e sono pendenti 4 cause di risarcimento per i parenti delle persone decedute - a tale proposito ho provato ad agire d'urgenza in favore di persone ammalate di mesotelioma pleurico al fine di fargli ottenere un risarcimento ancora in vita, ma la complessità dell'indagine ha sinora impedito di ottenere ristori con i soggetti ancora in vita.

Sono una settantina le aziende del Veneto nelle quali si sono riscontrati casi di tumore da amianto, di quali erano dipendenti i suoi assistiti?
Nel Registro veneto dei Mesoteliomi tenuto dall'Ulss 21 risultano casi di decessi di probabile esposizione all'amianto in quasi tutte le aziende di cui ho seguito i processi produttivi ai fini previdenziali; in particolare in detto Registro risultano malattie amiantocorrelate alla OGR delle FFS di P.ta Vescovo, alla Galtarossa (ora RIVA - Officine Ferroviarie Veronesi), alla Ferroli di S. Bonifacio, alla Sime, alla Mondialforni. Mi sono inoltre occupato di lavoratori di Navigarda, Fer, Metallurgica Veneta, Samatec, Polin, Acciaierie di Borgo Valsugana, Autogerma, Biasi.

Quale è stata la Sua impressione come uomo di fronte a questi casi?
I tumori amianto correlati, in particolare i mesoteliomi pleurici, sono terribili: le persone spesso sanno di non avere grandi possibilità di scampo, ma non si può vivere senza speranza.
Così con l'avvocato si cerca di non parlarne mai, anche se ci sono quelli che si fanno aiutare per redigere, all'insaputa dei parenti, un testamento olografo... o ancora, per tutti coloro che stanno bene (per fortuna la stragrande maggioranza) ma che ormai sanno di aver lavorato un materiale subdolo e pericoloso che ti aggredisce anche 30-40 anni dopo averlo usato, c'è la inquietudine mai espressa di quello che potrebbe succedere:
Questo strisciante timore ogni tanto fa capolino e seppure esorcizzato con qualche battuta o qualche cena per festeggiare la pensione anticipata, in realtà accompagna la vita di questi lavoratori, soprattutto quando magari ci si ritrova ad un funerale.
A volte ci siamo chiesti se questa inquietudine di vita meriterebbe un indennizzo specifico, o, ancora, un aiuto da parte della autorità sanitaria.
Venendo alla parte più giuridica: le cause di riconoscimento dell'esposizione all'amianto si dividono in civili e penali. Ci spiega sinteticamente la differenza?
La legge n. 257/92 prevede sotto il profilo previdenziale la possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro, mediante accredito di contributi nella misura di 5 anni ogni 10 di esposizione per coloro che non hanno contratto malattie professionali amianto correlate, e del 50% del periodo considerato esposto per coloro che hanno invece contratto malattie professionali amiantocorrelate (art. 13 co. 7 e 8 l. n. 257/92). I riconoscimenti, soggetti a certificazione Inail, avvengono mediante accredito sulle posizioni Inps di ciascuno. In caso di respinta amministrativa competente sul punto è il Giudice del lavoro.
Il Giudice del Lavoro è parimenti competente a decidere sulle cause di risarcimento del danno che, ex artt. 2087 e 2043 c.c., possono e devono essere proposte nei confronti di quei datori di lavoro che hanno omesso controlli e precauzioni che ormai Giurisprudenza costante ritiene che fossero doverosi; in questo caso si chiede il controvalore dei danni alla persona (patrimoniali e/o extrapatrimoniali) che sono così stati causati.
Ancora, con la Finanziaria del 2007 è stato istituito il Fondo Vittime dell'amianto, gestito dall'Inail: consiglio tutti gli interessati (colpiti da malattie collegate) di presentare domanda anche se tale Fondo ancora non sarebbe operativo.
Infine, come il caso Eternit dimostra (ma rammento anche Fincantieri, o la Stanga di Padova, OGR di Vicenza, o in ambito locale i fascicoli aperti a Verona su Ferroli, Galtarossa, OGR ), si stanno verificando sempre più casi di indagini penali in ordine al reato di Omicidio Colposo in relazione a decessi che risultino correlati ad esposizione ad amianto; in questo caso è essenziale la collaborazione delle Parti Offese (lavoratori interessati e/o loro familiari) e del Sindacato per portare elementi di accertamento sul rischio.

In cosa consiste la collaborazione tra lei come legale ed il patronato Inas Cisl?
Il patronato Inas strutturalmente gode di collaborazione tra: a) operatori esperti in materia previdenziale, b) medici-legali che accertano ipotesi di nessi causali tra danno lamentato e lavoro e valore del danno stesso; c) legali esperti in infortunistica sul lavoro.
Dove il lavoro di Patronato funziona bene, la sinergia possibile tra singolo lavoratore, categorie sindacali, operatori, medici e avvocati permettono una tutela a 360° del singolo, anche perché in materia di esposizione ad amianto è fondamentale preoccuparsi di sottoporsi ad accertamenti continui per coloro che risultano averlo lavorato in passato, ed esiste un protocollo di intesa tra Patronati ed Asl in materia.
In ogni caso, data la complessità dell'argomento, mettere in rete saperi e competenze diversi è fondamentale per raggiungere un risultato concreto e soddisfacente.

Verona 7 aprile 2009

sicurezza sul lavoro, Amianto