Intervista dal dott. Enzo Merler

Mercoledì, 24 marzo 2010

Il dottor Enzo Merler è medico del lavoro e responsabile del Registro Veneto dei mesoteliomi affidato alla Asl di Padova. Una vita professionale dedicata in gran parte a questo impegno, una dolorosa lista di nomi che conosce quasi a memoria. specializzato in Medicina del Lavoro nel 1979 si è occupato soprattutto dei tumori che possono insorgere a causa di esposizioni ad agenti usati nel lavoro. Quindi si è occupato degli effetti a lungo termine dell'esposizione a polvere di legno e polvere di cuoi e al mercurio. L'attenzione all'amianto- ci dice- deriva dall'aver avuto modo di conoscere gli effetti gravissimi di situazioni lavorative in cui era stato usato senza alcuna attenzione e dal fatto che ha costituito il cancerogeno che ha maggiormente causato tumori nei lavoratori esposti.

Dott. Merler cosa è il Registro che lei cura?

Il Registro regionale veneto dei mesoteliomi (e degli altri registri regionali che costituiscono la rete di rilevazione e trasmettono i dati all'Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro, ISPESL, istituto del Ministero della Sanità) ha il compito di ricevere informazioni su ogni nuovo caso diagnosticato e favorire che venga accertato se la persona colpita è stata esposta ad amianto.
Il Registro Veneto è stato istituto nel 2000 e abbiamo ritenuto opportuno effettuare una ricostruzione dei casi di mesotelioma avvenuti nel Veneto a partire dal 1987.
I casi di mesotelioma in residenti del Veneto insorti dal 1987 ad oggi sono circa 1.650; nello steso periodo oltre 200 soggetti sono stati diagnosticati o trattati in Veneto ed erano residenti in altre regioni.

Sappiamo che le malattie da amianto sono in crescita. Quali sono i dati del Veneto?

In Veneto ogni anno abbiamo circa nuovi casi 70-80 di mesotelioma ed un numero non inferiore di tumori al polmone legati all'amianto. Sono quindi in totale circa 150 casi all'anno, più degli infortuni mortali sul lavoro.
La causa di queste malattie sono il risultato nel 80-90% da esposizione all'amianto nei luoghi di lavoro e di vita. Dal 1992 l'Italia ha bandito la estrazione, la produzione e la commercializzazione dell'amianto per cui si può dire che da allora ad essere esposti all'amianto sono solo gli scoibentatori (i lavoratori che operano nella bonifica dell'amianto togliendo le coibentazioni in questo materiale ad esempio dai tetti delle carrozze ferroviarie o delle abitazioni) e gli edili per avviarle alle discariche speciali.
I casi di malattia per amianto di oggi risalgono quindi tutti ad esposizioni precedenti alla massa al bando.

Nel tempo è cambiato qualcosa? La medicina è in grado di curare questi tumori?

Tra le malattie da amianto, l'asbestosi - una fibrosi polmonare progressiva e inarrestabile - ha cambiato in questi ultimi decenni la sua frequenza: non solo non insorgono più forme gravi ed invalidanti, ma è di fatto scomparsa l'asbestosi come causa di morte.
Questo cambiamento è in diretto rapporto con quanto è avvenuto nei luoghi di lavoro: a partire dagli anni '80 il controllo delle condizioni di lavoro è stato più marcato e le condizioni di lavoro sono migliorate, poi è arrivata la messa al bando, una scelta che ridurrà in futuro anche i tumori da amianto, che insorgono nei lavoratori che sono stati esposti e nelle persone che possono essere state "contaminate".
Tuttavia, questa riduzione (che si può pensare, benché non esistano dati formali per documentarlo) e che già esiste per i tumori polmonari (anche grazie alla riduzione dell'abitudine al fumo che interagisce con l'amianto aumentando la frequenza di tumore polmonare) non è ancora visibile in Italia per i mesoteliomi.
Le cure hanno migliorato la sopravvivenza dei tumori polmonari ma non riescono finora a modificare la sopravvivenza dei mesoteliomi.

Amianto