Veneto Lavoro. 2017: segno positivo per il lavoro in Veneto

Lunedì, 26 febbraio 2018

Il 2017 si è chiuso a livello internazionale con una tendenza PIL di crescita, +2,5% per gli Stati Uniti e +2,4 per l’area euro. Anche l’Italia ha chiuso in positivo con un valore superiore alle attese (+1,5%). Tre le variabili che hanno contribuito a questo trend e che hanno alimentato anche in Veneto la crescita economica: l’andamento positivo delle esportazioni, l’intensificazione degli investimenti in macchinari (grazie anche al Piano Industria 4.0) e il crescente trend delle presenza turistiche. Dall’analisi del mercato del lavoro regionale relativo all’ultimo trimestre 2017 prodotto da Veneto Lavoro (La Bussola), a livello occupazionale l’anno appena trascorso si è concluso con una crescita delle posizioni di lavoro dipendente (34mila unità di cui 19.500 uomini e 14.500 donne), di poco distante dal 2016, quando le unità erano state 34.200. L’incremento ha interessato diffusamente i comparti produttivi: 1.300 per l’agricoltura, 8.400 per l’industria (al netto dell’edilizia che comunque ritrova il segno positivo con +500); saldo positivo anche per i servizi (24mila posizioni in più) soprattutto per il settore del commercio, turismo e logistica. Saldo negativo solo nei settori del tessile – abbigliamento e legno mobilio. Per quanto riguarda le tipologie contrattuali invece picco del tempo determinato (+42.100) a fronte del tempo indeterminato che chiude il 2017 in negativo con -17.200. In aumento anche i contratti di apprendistato (+6.800) e in somministrazione (+2.300). Più che raddoppiati rispetto al 2016 i contratti job on call (lavoro intermittente), probabile risposta alla soppressione dei voucher (soprattutto per le aziende del comparto commercio e turismo). Diminuiscono i licenziamenti rispetto al 2016 (-9%) che per il 2017 si attestano a 43.200. Infine La Bussola analizza le file dei disoccupati: 300mila i veneti senza lavoro, Venezia la provincia più nera (62.800). Rispetto al trimestre precedente c’è un aumento di 24mila unità, dato in linea con gli anni precedenti: in coincidenza con la pausa dei lavori stagionali tradizionalmente  negli ultimi mesi dell’anno aumentano i disoccupati.