Romani ( Avviso Pubblico): in Veneto serve concertare l’antimafia

Martedì, 29 marzo 2011
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Nell'ambito del convegno A casa nostra, costruire insieme percorsi di legalità, organizzato dalla Filca Cisl del Veneto, abbiamo intervistato Pierpaolo Romani, veneto (di Trecenta, Rovigo) e coordinatore nazionale di Avviso Pubblico. Nel suo curriculum c'è l'attività di consulente (1977-2011) per la Commissione Parlamentare Antimafia. Romani è ricercatore sul tema della criminalità organizzata e ideatore di progetti di educazione alla legalità per le scuole. Ha lavorato all'inchiesta e alla redazione della Relazione sul traffico degli esseri umani per la Presidenza del Consiglio.

Ci racconti chi è Avviso Pubblico?
Avviso Pubblico, nasce nel 1996, un anno dopo la costituzione di Libera. Il principio è lo stesso: per combattere e sconfiggere le mafie, cioè le criminalità organizzate, bisogna essere organizzati anche sul versante della legalità. Così, mentre l'associazione di don Ciotti mette insieme scuole, cittadini e associazioni, Avviso Pubblico mette invece insieme comuni, province e regioni.
L'idea è nata da alcuni amministratori pubblici illuminati. Tanto per citarne uno l'allora l'assessore alla trasparenza della Regione Toscana, il prof Franco Cazzola. In Veneto vi aderiscono 22 Comuni, di diversa maggioranza politica. Tra poche settimane faremo una riunione di coordinamento regionale e abbiamo anche una sede, offertaci dal Comune di Padova, per la formazione sulla legalità.

Come agisce?
Per contrastare le infiltrazioni mafiose Avviso Comune realizza percorsi di formazione per funzionari e dirigenti delle pubbliche amministrazioni ma anche per gli insegnanti e dispone di un osservatorio i cui dati vengono pubblicati nel sito www.avvisopubblico.it.
Il tema è quello degli appalti. Al nord i mafiosi non vengono per sparare ma per fare affari. Uno dei principali è quello degli appalti, e lo fanno con ditte che, magari subentrano nelle fasi di subappalto, come ci insegnano i fatti, da poco emersi, sull'Expo di Milano. Ci sono anche altre situazioni su cui bisogna vigilare: racket, usura (crisi). Noi cerchiamo di dare agli amministratori locali degli strumenti per leggere, sulla base di una griglia di specifici indicatori, cosa succede nel loro territorio e quindi, se nel caso, di poter andare alla Procura della Repubblica a chiedere attenzioni prima che i danni siano fatti.

Il segretario del Siulp, Filippi, dice che in Veneto ci sono i sintomi della infiltrazione mafiosa.
Il Veneto ha dato segnali concreti di presenza di mafia. Il clan di Salvatore Lo Piccolo stava investendo otto milioni di euro nella costruzione in un villaggio turistico a Chioggia. Il presidente regionale dell'Ance ha dichiarato che duemila imprese edili in crisi e, in molti casi, ai loro titolari si presentano persone con un sacco di denaro da mettere nell'impresa, in pratica farla diventare a "capitale mafioso". Quando questi mettono i soldi portano però anche le loro regole ed i loro traffici. Abbiamo arresti di importanti latitanti nel trevigiano e nel veronese. Il Veneto è la seconda regione (2009) per quantità di cocaina sequestrata e la terza per eroina. Il porto di Venezia è tra i più importante nel traffico di rifiuti tossico- nocivi inviati in Cina per essere smaltiti. Nella nostra regione ci sono poi ben 80 beni immobili mafiosi e 4 aziende confiscate.
Infine sempre il Veneto è la quinta regione d'Italia per operazioni finanziarie sospette (dati Banca d'Italia).

Che tipo di mafie si stanno infiltrando in Veneto?
Mafia, camorra, n'drangheta per quelle di marca italiana, poi quelle straniere: russa, albanese, cinese e nigeriana.

Il sindacato, aldilà dell'impegno etico nella lotta alla mafia, che può fare?
Il sindacato, che ha avuto morti per mano mafiosa, può sostenere chi denuncia i fatti e a sua volta può denunciare le violazioni senza aspettare che accadano fatti eclatanti .
Il sindacato proprio perché è presente, come gli enti locali, nel territorio sa cosa succede nei diversi settori del mercato: chi fa le forniture, chi fornisce manodopera, chi fa i lavori. Il sindacato può essere perciò una sentinella.
Anche incontri di informazione e formazione, come questo di oggi, sono importanti perché permettono di conoscere, nel vero senso della parola e quindi di combattere, la mafia: oggi al nord, in Veneto, mafia vuol dire impresa. Quindi bisogna saper distinguere l'impresa sana da quella mafiosa.

In Veneto servirebbe un codice unico di comportamento tra imprenditori, sindacato e enti locali, una sorta di "concertazione antimafia"?
Ho già chiesto tempo fa alla Regione un gesto concreto: la istituzione di un Osservatorio veneto sul fenomeno che comprendesse oltre che a chi ha citato anche le forze dell'ordine e la magistratura. Un Osservatorio in grado di produrre, ad esempio, ogni anno un rapporto sull'attività della criminalità organizzata in Veneto ma anche sulle buone prassi che qui si esercitano per contrastarla. Ma la proposta non ha avuto ad oggi alcuna risposta, forse è caduta nel vuoto.

Filca Cisl