Covid-19: 50.000 posti di lavoro dipendente persi in Veneto

Giovedì, 23 aprile 2020

48-50.000 posti di lavoro dipendente in meno. E’ questa la differenza tra mancate assunzioni ed effettiva diminuzione dei posti di lavoro che si è registrata in Veneto nel periodo compreso tra il 23 febbraio e il 19 aprile 2020. L’emergenza Covid-19 costa, ad oggi, all'incirca al 2,5-3% dell'occupazione dipendente nella nostra regione.
È quanto emerge dai dati aggiornati di Veneto Lavoro riguardo l'impatto della crisi sanitaria sulle dinamiche dell'occupazione regionale. Tale flessione ha comportato l'avvio di una fase fortemente negativa, in un contesto che già dall'autunno del 2019 e in questo inizio di 2020 aveva mostrato evidenti segnali di rallentamento della crescita occupazionale.
Nella dinamica negativa risultano coinvolte tutte le tipologie contrattuali dipendenti: -7.000 per i contratti a tempo indeterminato, -4.400 per l'apprendistato, -39.500 per i contratti a termine (che includono anche i rapporti di lavoro stagionali per i quali le assunzioni sono diminuite del 69%). La contrazione delle assunzioni è risultata maggiore nei settori catalogati dal Governo come "non essenziali" (-72%) rispetto a quelli "essenziali" (-50%).
Il comparto delle attività turistiche appare senza dubbio il più esposto agli effetti della pandemia e, da solo, spiega quasi la metà della contrazione occupazionale, con 24 mila posti di lavoro persi.
Agricoltura, industria alimentare, sanità-servizi sociali e industria farmaceutica sono tra i pochi comparti che riescono a contenere la flessione delle assunzioni, con perdite attorno al 20%.