20 maggio 1970. L'operaio diventa cittadino

Mercoledì, 20 maggio 2020

Totem e tabù, ma anche bandiera e pietra dello scandalo, la legge 300/1970, comunemente nota come «Statuto dei Lavoratori», ha subìto uno strano destino politico. Da decenni è oggetto di contesa e revisione, tramite referendum modificativi (vani) e interventi legislativi (tormentati).
Diffusa però è l'ignoranza dei suoi contenuti originari, spesso ricondotti solo al contestatissimo articolo 18.
Per chi vuole saperne di più è consigliabile leggersi “Quando l’operaio diventa cittadino”, il libro di Alessandro Parola, che Edizioni Lavoro ha pubblicato nel 2016.
Il racconto di Parola, ricercatore presso la Fondazione Carlo Donat-Cattin di Torino, si concentra sulla storia della redazione di quel testo di legge e, grazie alle carte d'archivio, ne ricostruisce gli snodi essenziali e i protagonisti. Nelle 340 pagine trovano spazio i retroscena che hanno visto come attori principali Giuseppe Di Vittorio, Pietro Nenni, Giacomo Brodolini, Gino Giugni e Carlo Donat-Cattin e anche un'ampia collezione di documenti, perlopiù inediti.
Una vicenda altamente simbolica, perché promulgare una legge sui diritti dei lavoratori significò dare al lavoro, su cui già i padri costituenti avevano voluto fondare la Repubblica, un riconoscimento aggiornato in termini di forza e dignità.