A chi giova

Giovedì, 17 gennaio 2013

Queste prime settimane del 2013, coincidenti con l’avvio della campagna elettorale, si stanno caratterizzando per un susseguirsi di mini attentati al welfare, mirati a colpire o comunque a creare allarme, sia tra i pensionati che tra i lavoratori e le piccole imprese.
Prima i controlli sulle pensioni con integrazione sociale che, da questione di ordinaria amministrazione (i Red sono una prassi da anni), hanno creato per qualche giorno caos e preoccupazione tra centinaia di migliaia di anziani, 55.000 nel solo Veneto.
Poi l’intervento, disposto non su provvedimenti di legge, per la limitazione dei diritti relativi alle indennità per gli invalidi civili totali.
Chiarita la questione dei Red e ritirata l’improvvido intervento sulle invalidità la linea del caos sembra essersi ora posizionata tra le piccole imprese in difficoltà ed i loro dipendenti.
Anche qui due interventi applicativi, non sappiamo quanto arbitrari nella interpretazione delle norme di legge o quanto obbligati dalle stesse, che mettono sale su ferite aperte.
Il primo riguarda il blocco, disposto dall’Inps sulla base di una circolare del Ministero del Lavoro, del pagamento delle indennità di mobilità e di cassa integrazione in deroga del 2012 per le domande non pervenute all’Inps entro il 31 dicembre.
Il secondo è il blocco, conseguente al mancato rifinanziamento nella legge di Stabilità, delle agevolazioni concesse alle aziende che assumono lavoratori dalle liste di mobilità a seguito di licenziamenti individuali.
In entrambi i casi a pagarne le conseguenze sono le piccole aziende ed i loro lavoratori.
Gli effetti sono particolarmente pesanti nella nostra Regione dove la crisi sta ancora imperversando tra le piccole imprese e la disponibilità degli ammortizzatori in deroga e le agevolazioni sulle assunzioni continuano ad arginarne gli effetti più nefasti. I numeri parlano da soli: le domande di Cig in deroga bloccate sono 3.000 e riguardano oltre 18.000 lavoratori, le domande di mobilità in deroga ferme sono circa 3.000 mentre migliaia sono i disoccupati iscritti alle liste di mobilità senza più l’incentivo per l’assunzione.
A questo punto ci chiediamo se questi fatti sono casuali o intenzionali ma, in tutti i casi, devono trovare fine. Chi ha la responsabilità di governo deve intervenire immediatamente cancellando gli effetti e ponendo fine a questo stillicidio di interventi che sconquassano il welfare e aggiungono difficoltà a chi la crisi la sta già pagando cara.